Gentile Direttore,
il malessere delle giovani generazioni si esprime in diversi modi e riguarda diverse fasce di età. Dati nazionali ci dicono che un giovane su dieci in Italia abbandona precocemente gli studi. Un bambino su cinque tra i 6 e i10 anni non pratica sport. Il 12% del mondo giovanile adolescenziale è a rischio di dipendenza da videogiochi. Forte è l’isolamento del mondo giovanile tra 15 e i 19 anni. Aumentano i casi di disturbi da comportamento alimentare come quelli anche legati a patologie della neuropsichiatria infantile. Aumenta la diffusione online di pornografia e pedopornografia. Il 25% degli studenti delle scuole superiori ha dichiarato di essere vittima di bullismo e di cyberbullismo e di questi il 4,3% lo vivono in modo sistematico. Le figure genitoriali spesso sono impreparate a gestire queste complessità di situazione di vita quotidiana dei loro figli, genitori che avvertono questa fragilità in rapporto alle varie fasi di crescita dei loro figli.
La scuola, unico vero momento di aggregazione socio educativa democratica del nostro paese, viene percepita lontana, i giovani e gli stessi docenti si sentono soli, avvertono una assenza globale della rete istituzionale che parte dagli Enti Locali fino a quelli del Parlamento Nazionale. Diventa necessario affrontare seriamente le criticità presenti anche attraverso piani legislativi con architetture finanziarie dedicate e processi di investimenti che producono progetti obiettivi rivolti allo star bene dei nostri giovani, al miglioramento della qualità della scuola e al sostegno alle loro famiglie.
Abbiamo bisogno di nuovi progetti di educazione civica e di salute all’interno delle scuole che avvino percorsi educativi e formativi fondamentali per la crescita sana dei nostri ragazzi. Per queste ragioni ci battiamo per la medicina scolastica, anche con la reintroduzione quale materia di studio dell’educazione sanitaria. Siamo convinti che il Governo debba assumere misure per la riattivazione della medicina scolastica in tutto il Paese, per ridare piena attuazione a quanto previsto all’articolo 14 della legge n.833 del 1978 che istituisce il servizio sanitario nazionale, prevedendo che le Aziende Sanitarie Locali provvedono, tra l’altro, all’igiene e alla medicina scolastica negli istituti di istruzione pubblica e privata di ogni ordine e grado.
In molte delle nostre città mancano punti territoriali di riferimento. Punti di aggregazione che si possano definire sicuri per la vita quotidiana dei nostri giovani. Spazi e luoghi aperti devono essere, invece, occupati sempre più da proposte aggregative sociali che valorizzino il gioco come aggregatore collettivo, Spazi gestiti dal volontariato laico, religioso o da progetti condivisi con il mondo del terzo settore sociale. Le piazze e i nostri cortili devono essere occupati da presenze sociali e istituzionali e non dal mondo della criminalità soprattutto dopo le ore 20.00. Abbiamo bisogno di tutelare e ampliare gli spazi verdi dei nostri territori, comprese la tutela delle coste e del mare dandone libero accesso alla fruizione per lo sviluppo psicofisico dei giovani.
Sul mondo degli adulti e di riflesso su quello dei minori pesa la percezione di un futuro incerto: guerre, pandemia, povertà disuguaglianza portano sfiducia negli adulti che loro volta diventano portatori di un messaggio negativo che sminuisce una progettualità di vita di un futuro incerto per i nostri ragazzi. Il mondo degli adulti e chi tra loro si presta alla vita politica della “cosa pubblica“ deve assumersi doverosamente, una volta per tutte, la responsabilità istituzionale dichiarata nei propri programmi politici come prioritari nella loro attività istituzionale se riusciranno ad essere eletti. S’è vero che vogliamo combattere fenomeni di devianza sociale, criminalità, povertà e disagio interpersonale vi è bisogno che la classe politica e gli adulti s’impegnino affinché il territorio sia più sano, più sicuro, per il futuro delle nostre ragazze e ragazzi.
Roma, 9 aprile 2024
Ufficio Stampa