Roma, 9 dic.- Siamo molto soddisfatti del contenuto della sentenza 195/2024 della Corte Costituzionale, depositata in questi giorni, che stabilisce una chiara clausola di garanzia per la sanità. La Corte ha sancito il principio che la tutela della salute non può essere subordinata a logiche contabili, ma deve essere ritenuta funzionale a garantire il diritto alla salute di cui all’articolo 32 della Costituzione, così Pina Onotri, Segretario Generale dello SMI.
Il sottofinanziamento del settore sanitario dura da oltre dieci anni e ha causato la progressiva carenza di personale sanitario, determinando l’incapacità di ridurre le diseguaglianze e l’inevitabile avanzata del privato, con la progressiva erosione del diritto costituzionale alla tutela della salute, in particolare nelle Regioni del Sud.
Con questa sentenza si stabilisce che lo Stato non può arrogarsi il diritto di tagliare risorse destinate alla sanità nemmeno nel caso in cui le Regioni non abbiano versato la propria quota del contributo alla finanza pubblica.
La Parte Pubblica deve invertire la traiettoria in sanità, dicendo basta ai tagli. In Italia mancano medici e la politica dei tagli alla sanità ne ha condizionato molto il lavoro con gli stipendi al di sotto della media europea. Mancanza di tutele e burocrazia, sono le criticità emergenti.
Il Sindacato Medici Italiani ha promosso una petizione pubblica, che ha raccolto, fino adesso, 14000 firme, in pochi giorni, per sburocratizzare la medicina generale, per valorizzare la telemedicina per le visite a distanza per le certificazioni INPS e l’autocertificazione dei primi tre giorni di malattia.
Il soddisfacimento dei bisogni di salute non può essere considerato una delle tante voci del conto economico dello Stato ma un investimento per il benessere di tutti gli italiani.
Ufficio Stampa