Roma, 4 feb.- Gentile Direttore,
la dr.ssa Gabanelli, con il suo ultimo articolo, del 3 febbraio, conferma la sua crociata intrapresa contro i medici di famiglia, per questo vorrei segnalare, a mio avviso, alcune sue sviste.
Iniziamo dalla cosiddetta riforma De Lorenzo, dall’ omonimo Ministro della salute dell’epoca, del 1992. Bene, in quell’ occasione vi fu una fuga dalla libera professione e la stragrande maggioranza dei medici di famiglia che avevano un rapporto misto, libero professionale e dipendenza con i presidi ospedalieri, optarono per una, diciamolo, più comoda dipendenza a tempo pieno abbandonando la medicina di famiglia convenzionata.
Che dire, poi, dell’insistere sull’opportunità per i pazienti di potersi rivolgere ad altro medico in caso di assenza del proprio? S’ ignora, evidentemente, che già oggi ciò è garantito dalla norma che prevede che in caso di assenza il medico deve assicurare un’opportuna sostituzione che, di regola, avviene tra colleghi dello stesso studio. Ciò, nonostante il sostituto sia, spesso, ben conosciuto, il paziente preferisce rimandare la visita al ritorno del proprio medico. Non merita risposta, invece, l’affermazione sull’impegno orario dei medici, non c’ è peggiore sordo di chi non vuol sentire.
Per ultimo vorrei ricordare che dal 2002 il WONCA Europe (l’istituzione europea che raccoglie i medici di medicina generale) ha ‘pensionato’ definitivamente il termine di medico di base sostituendolo con medici di medicina generale e/o di famiglia.
Ufficio Stampa