Comunicato Stampa
Commissariamento del sistema ospedaliero calabrese:
si apra una stagione di partecipazione per rifondare la sanità in Calabria!
Dichiarazione di Cosmo De Matteis, Presidente Nazionale Emerito Sindacato Medici Italiani (SMI)

Cosenza, 19 mar. – La nomina del Presidente della Regione Roberto Occhiuto a Commissario Delegato per l’attuazione degli interventi sul sistema ospedaliero calabrese, riguardanti il sistema ospedaliero della Regione, dopo la decisione del Consiglio dei Ministri del 7 marzo scorso che ha dichiarato lo stato di emergenza per il sistema ospedaliero calabrese per la durata di 12 mesi, conferma la volontà di accentrare le decisioni politiche nel campo della sanità in Calabria, così Cosmo De Matteis, Presidente Nazionale Emerito dello SMI.
Si tratta di affrontare le deficienze riscontrate e permettere procedure acceleratorie volte a consentire la costruzione dei nuovi nosocomi nella Sibaritide, di Vibo Valentia, della Piana di Gioia Tauro e di Locri, oltre agli interventi finanziati dall’Inail per l’Azienda ospedaliera Gom di Reggio Calabria, l’Asp di Reggio, l’Azienda ospedaliera di Cosenza, l’Azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro e l’Asp di Crotone, quindi siamo di fronte a un insieme d’interventi rilevantissimo.
In questo modo si equipara la gestione della sanità in Calabria a quella di eventi eccezionali, come terremoti e altre crisi improvvise e si permette, in questo modo, di derogare le norme di legge e i vincoli di bilancio agendo con poteri straordinari.
Derogare alle regole è sempre negativo, ancora di più in sanità e soprattutto in quella ospedaliera , dove sono previsti ingenti investimenti. Ci auguriamo, per queste ragioni, trasparenza nell’opera di rilancio dei nostri ospedali.
La Calabria continua ad essere una delle principali regioni dove persiste una forte migrazione sanitaria verso le regioni del Nord. Sono tanti i malati calabresi, spesso indigenti, che sono costretti a spostarsi in altre regioni per ricevere cure adeguate, affrontando enormi sacrifici non solo economici. Tutto questo è dovuto dal cronico sperpero di denaro pubblico, alla mala gestione e alle politiche dei tagli di spesa.
Il grande sottofinanziamento, che parte da più di dieci anni addietro, la progressiva carenza di personale sanitario, l’incapacità di ridurre le diseguaglianze e l’inevitabile avanzata del privato hanno determinato la progressiva erosione del diritto costituzionale alla tutela della salute in Calabria.
Universalità, uguaglianza, equità, sono stati traditi e oggi sono ben altre le parole chiave della sanità calabrese: infinite liste di attesa, affollamento dei pronti soccorsi, aumento della spesa privata, diseguaglianze di accesso alle prestazioni, inaccessibilità alle innovazioni, rinuncia alle cure.
Si apra, adesso, una stagione di partecipazione con le associazioni, i sindacati dei medici e dei sanitari per ricostruire e rifondare la sanità e il sistema ospedaliero nella nostra Regione.

Ufficio Stampa