Ultimamente si è posta l’attenzione sulle gravi difficoltà in cui versa il reparto di nefrologia e dialisi della nostra provincia, specie legate alla importante carenza di organico.
Il Sindacato Medici Italiani si trova a questo punto costretto ad alcune precisazioni. Iniziamo con l’esprimere piena solidarietà ai colleghi del reparto stesso. Noti a chiunque per il loro impegno, la professionalità e la dedizione che impiegano nel portare avanti un servizio delicato come il servizio di dialisi sul nostro territorio. Il nostro sindacato chiede ormai da mesi all’ASP di Vibo Valentia di attenzionare la posizione di un collega medico specializzando (ormai quasi a termine) in medicina interna, che aspetta da 8 mesi di poter lavorare nella nostra azienda, con assunzione in servizio firmata ad aprile 2024. Per problematiche legislative non era stato possibile procedere con la presa di servizio, fino al mese di gennaio 2025, momento in cui è proprio il ministero a modificare il quadro normativo ed a rendere così possibile l’inizio dell’attività lavorativa. Da allora nessuna risposta scritta è pervenuta dall’azienda. Il nostro sindacato non ha mai smesso di rivolgersi a chi di dovere per porre fine a questo scempio. Il collega, giovane, del luogo, con moglie e figli, 10 pagine di curriculum e due master, in qualità di medico internista ed ecografista potrebbe essere un’importante risorsa per il reparto di nefrologia e dialisi. A conoscenza infatti della situazione drammatica in cui versa questo servizio, più volte è stato chiesto di attenzionare questa situazione con celerità. Colleghi medici nella stessa situazione del collega di Vibo Valentia, sono stati già assunti nei reparti di medicina interna delle altre ASP della Regione.
La nostra azienda ha perso già troppo tempo. Sarebbe opportuno risolvere questa situazione che va avanti ormai da 8 mesi piuttosto che passare il tempo a fare “agguati” nei reparti ospedalieri e nel distretto, poi con quale scopo? Forse far passare l’idea che il male della sanità vibonese sono i sanitari? O forse stancarli fino al punto di lasciare anche loro il pubblico per il privato? O forse tutto questo, associato ai ben 8 mesi di attesa del collega, ha una spiegazione a questo Sindacato non nota? Qualsiasi sia la risposta ci auguriamo che, a questo punto arrivati, l’azienda risponda con atti concreti e risolutivi. I pazienti che affrontano una dialisi hanno il diritto di poterlo fare nella propria città, a casa loro, con la vicinanza dei familiari e limitando tutte le difficoltà che già il trattamento dialitico comporta di per sè. E noi abbiamo il dovere di non far scappare giovani medici che in questa ASP vorrebbero creare il loro futuro.
Dott.ssa Alessia Piperno, delegato provinciale del Sindacato Medici Italiani per l’ASP di Vibo Valentia