Perugia, 13 ott.- Lo SMI Umbria, in relazione alla pubblicazione su diversi quotidiani dell’interrogazione del Consigliere Regionale Giambartolomei del 09 Ottobre 2025 e della risposta della Presidente Regione Umbria, puntualizza quanto segue.
La nostra organizzazione sindacale non ha firmato l’Accordo Integrativo Regionale (AIR) dell’Umbria riguardante gli obiettivi clinici per le seguenti motivazioni:
Le risorse messe a disposizione, ferme da molti anni e la frammentarietà degli obiettivi di governo clinico, rendono difficile raggiungere gli obiettivi proposti per di più con grande sforzo organizzativo sempre e solo a carico del medico.
Rispetto al prospettato scopo di “appropriatezza prescrittiva” mancano sia la visione di condivisa con gli altri attori del Servizio Sanitario Regionale a partire dalle strutture ambulatoriali convenzionate e sia la non presa a regime in carico del paziente per esami successivi alla prima visita specialistica da parte delle strutture del SSN. Resta ancora irrisolto il nodo dell’addebito di spesa farmaceutica, a prescindere a da chi prescrive, al medico titolare della scelta del quel paziente.
Appare quanto mai necessaria un’urgente e profonda valutazione, del Ruolo Unico che, proprio per le problematiche e criticità emergenti nella sua applicazione, nella organizzazione delle AFT/UCPP, delle Case di Comunità, degli Ospedali di Comunità, del numero unico 116/117, sta portando alla mancata risposta nell’accettazione delle zone carenti di Medicina Generale.
Resta ancora lontana la sinergia con i medici specialisti e gli infermieri di Comunità e di AFT, per l’incertezza di compiti e funzioni; per affrontare queste sfide servono risorse e organizzazione. Il PNRR offre un’occasione preziosa, ma non possiamo ridurlo a inaugurazioni affrettate di Case della Comunità prive di logica e di personale. Chiediamo, invece, modelli realmente funzionali, tipo le medicine di gruppo già testate ed operanti sul territorio umbro, tarate sulle caratteristiche di ciascun territorio, e il supporto del personale di segreteria e infermieristico.
Il ruolo dei medici di Medicina Generale va, dunque, rivisto e gratificato. Prossimità, qualità e sicurezza sono le parole chiave che devono guidare la riforma, a garanzia dei cittadini e dei loro medici che svolgono un lavoro con carichi e responsabilità crescenti, ma con modelli organizzativi arretrati, un ossessivo livello di burocrazia e fattori di produzione del reddito ormai insostenibili.
Prendiamo, infine, atto della volontà della Giunta Regionale Umbra di condurre in porto la seconda fase dell’AIR, attenzionandola sul persistente disagio dei medici di Medicina Generale della Regione.
Ufficio Stampa