Bari, 16 dic.- Le notizie contenute nel Dossier ‘Indifesa 2025’ di Terre des Hommes (basato su dati Istat) confermano quanto sia alto il tasso di fecondità adolescenziale in Italia e in Puglia. In particolare in Puglia, nel 2024 (gli ultimi dati disponibili) sono state registrate, 167 nascite da madri tra i 14 e i 18 anni, collocando la regione al quarto posto in Italia per numero assoluto, dopo Sicilia, Campania e Lombardia. La Puglia registra, 2,18 nati vivi ogni 1.000 ragazze adolescenti, un valore superiore alla media nazionale (1,63) e che la colloca tra le regioni con la più alta incidenza di gravidanze precoci.
Il tasso di fecondità adolescenziale in Italia si conferma un dato allarmante, legato alla mancanza di una moderna educazione sessuale per i minori. Basti vedere oltre le gravidanze a termine, per queste fasce di età, anche il numero delle interruzioni volontarie di gravidanza (IVG), comprese quelle clandestine che interessano l’universo minorile.
I dati pugliesi, che ci collocano tra le regioni di punta come gravidanze precoci nella vita dei nostri minori, determinano un grido di allarme serio verso le istituzioni, a partire dal governo nazionale. Non si può più pensare di affrontare questo tema con “spot” legislativi privi di contenuti.
Avremmo bisogno, invece, di una legge quadro nazionale sull’educazione alla salute che comprenda norme per una sessualità consapevole e una formazione per la contraccezione sicura, stabilendo come prioritario l’intervento nel mondo della scuola a partire da quella primaria. Su queste tematiche si dovrebbe intervenire attraverso una equipe multidisciplinare sociosanitaria formata da medici, psicologi, assistenti sociali, pedagogisti ed educatori preparati ad informare i nostri ragazzi in qualunque fascia di età. Servirebbe una legge adeguata, con finanziamenti specifici senza blocchi legati a falsa morale o a presunte valutazioni di carattere religioso. Uno Stato laico non può più fingere di non vedere e non sapere.
Del resto i giovani se saranno più informati su questi temi, meno rincorreranno in gravidanze precoci. Di conseguenza potremmo assistere a una riduzione, per questa fascia di età, di aborti, compresi quelli che ancora si effettuano in modo clandestino e alla riduzione dei fenomeni legati alla violenza sessuale anche tra minori.
I genitori su questi temi dovrebbero fare quadrato e chiedere alle scuole maggior collaborazione con i sistemi sanitari territoriali a partire dai consultori famigliari, che molto spesso, risultano essere inefficaci a causa di una scarsa cultura sociale di molti amministratori di ASL.
Per queste ragioni ci battiamo per una riforma della medicina territoriale e di prossimità che dovrebbe prevedere e promuovere, attraverso anche i contratti di medicina territoriale, un nuovo progetto di salute per le persone di minore età. Occorrerebbe, e non ci stancheremo mai di sostenerlo, una nuova medicina scolastica moderna, in sintonia con il vissuto delle nostre famiglie e i nostri giovani.
Il lavoro, dei medici e di tutti gli operatori della salute, potrebbe essere molto più efficace in un modulo lavorativo che veda la prevenzione come vero cambiamento di rotta. Abbiamo bisogno di politiche nazionali e regionali illuminate, lungimiranti che abbiano veramente il coraggio di mettere mano ad una vera riforma sanitaria, libera da false morali e lontana da oscurantismi ideologici.