Roma, 29 apr.- “Dopo l’adozione del testo unico al Senato in merito alle ‘Disposizioni in materia di abolizione del numero chiuso o programmato per l’accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e delle professioni sanitarie’, intendiamo esprimere le nostre perplessità, se non il nostro dissenso, su tale proposta legislativa” così Leonida Iannantuoni, Presidente di Assimefac (Associazione Società Scientifica Interdisciplinare e di Medicina di Famiglia e Comunità).
“Il nostro disaccordo, non vuole essere una mera difesa corporativa della categoria, né tantomeno la tutela dello status quo, ma è basato sull’analisi della situazione delle quarantatre facoltà di medicina dislocate nel paese, totalmente impreparate all’accoglienza di decine di migliaia aspiranti alla professione medica. Ricordiamo che il numero chiuso, in vigore da 25 anni e introdotto per porre fine ad un’insostenibile pletora medica, ha generato una organizzazione logistica in termini di aule, laboratori, biblioteche e personale docente delle università, calibrata sull’accesso, per sede, di poche centinaia, se non di decine, di iscritti all’anno”.
“Proporre un accesso libero, anche se solo al primo semestre, comporterebbe una sproporzione tra numero di studenti e capacità didattica delle facoltà di medicina, sproporzione che renderebbe improponibile proprio uno degli obbiettivi del disegno di legge, ovvero un’equa selezione basata sul merito”.
“Per questi motivi, esprimiamo la nostra contrarietà alla proposta e allo stesso tempo, consapevoli della situazione di sofferenza del Servizio Sanitario Nazionale per la carenza di personale medico, ribadiamo che siamo favorevoli al mantenimento del numero programmato per l’accesso alle facoltà mediche, basato, sulla determinazione del fabbisogno di personale medico, sulla capacità di offerta didattica delle varie sedi universitarie e su una corretta programmazione”.
“Riconoscendo l’impegno e la buona volontà espressa da tutti i componenti della Commissione Cultura del Senato, offriamo la nostra piena collaborazione a supporto di questa ed altre future proposte legislative in ambito sanitario”.
Ufficio Stampa