Cosenza, 21 giu. – “L’approvazione dell’autonomia differenziata metterà fine all’accesso alle prestazioni sanitarie uguale per tutti; la tutela della salute sarà sempre di più una prerogativa di chi ha una condizione economica in grado di pagarsi i servizi sanitari dando un colpo di grazia alla sanità calabrese e a quella del Mezzogiorno”, così Cosmo De Matteis, Presidente Nazionale Emerito del Sindacato Medici Italiani (SMI).
“Il diritto alla salute è seriamente minacciato nelle regioni del Sud, basti vedere il Rapporto 2024 Opportunità di tutela della Salute, di questi giorni, sulle performance regionali del Crea Sanità (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) per avere la conferma che risultano fortemente insufficienti, con il livello di performance inferiore al 35% la Sicilia, il Molise, la Basilicata e la Calabria. In questo modo si spiegano i tanti viaggi della speranza verso in nord del Paese di tanti cittadini calabresi che cercano di curarsi”.
“Nella nostra regione si continuano ad adottare misure provvisorie per affrontare le deficienze strutturali del sistema regionale sanitario. Entro la fine di luglio, infatti, arriveranno altri 70 medici cubani, che si aggiungeranno ai 274 già in servizio negli ospedali e nelle aziende sanitarie di Cosenza, Vibo Valentia, Crotone e Reggio Calabria, ma tutto questo non basterà a fermare viaggi della speranza per motivi di salute verso il nord del Paese, perché in Calabria sono decine gli ospedali che risultano essere stati chiusi negli ultimi anni, con intere province, come quella di Cosenza con un solo nosocomio. Nella regione continua ad essere ormai difficile farsi soccorrere dal 118, che interviene sempre più spesso senza medici a bordo di autoambulanze, così come incominciano ad essere sempre di più le zone senza medici di famiglia. Bisognerebbe chiedersi, seriamente, perché in Calabria la sanità è commissariata da oltre un decennio”.
“Con l’autonomia differenziata il sistema sanitario sarà finanziato regionalmente: le entrate verranno raccolte e utilizzate solo all’interno della stessa regione, non più distribuite su tutto il paese. Ciò comporterà che le risorse necessarie per l’assistenza dipenderanno dalla capacità fiscale specifica di ogni territorio, non più dalle effettive esigenze sanitarie e di salute della popolazione. Ma abbiamo assistito in questo decennio alla spoliazione della sanità pubblica calabrese e certamente se non vi saranno interventi strutturali, con l’aumento delle risorse per la salute, con l’eliminazione dei tetti di spesa per le assunzioni in sanità e nuove competenze dello Stato in tema di tutela della salute, per i cittadini calabresi la sanità pubblica sarà solo un ricordo. L’autonomia differenziata acuirà l’impoverimento del sistema pubblico sanitario perché minerà i meccanismi di solidarietà, non essendoci più strumenti nazionali per mitigare, per ridurre e prevenire le disuguaglianze sulla salute delle persone nel nostro Paese”.
Ufficio Stampa