Torino, 24 ago.- “È sbagliata la soluzione prospettata dall’Azienda Zero che non prevedrebbe più il medico sulle ambulanze del 118, ma un infermiere che potrebbe eseguire procedure mediche secondo alcuni algoritmi clinico-assistenziali. Non si può sopperire in questo modo alla grossa carenza dei medici del Sistema di Emergenza Territoriale 118”, così Antonio Barillà, Segretario Regionale Piemonte SMI.
“Ci aspettiamo, invece, che le Regioni e il Governo mettano in primo piano scelte che in modo strutturale colmino la carenza di personale medico e infermieristico, che si stima che, allo stato attuale, nel settore dell’emergenza-urgenza è oltre 4.500 medici e circa 10.000 infermieri su tutto il territorio nazionale; il bisogno di salute dei piemontesi e degli italiani non può essere assicurato da un algoritmo!”.
“In Piemonte per rispondere alla crisi del 118 occorre prevedere risposte concrete per contrastare disaffezione per la medicina di emergenza-urgenza da parte dei giovani medici, che sono sempre meno indotti a scegliere una specialità faticosa e con impatto negativo sulla qualità di vita perché mal remunerata. Serve prevedere incentivi e non solo economici”.
“Per difendere il Servizio Sanitario Regionale non sono utili soluzioni fuori da ogni logica medica. Bisogna valorizzare la professionalità dei medici e le loro retribuzioni devono essere adeguate a quelle dei colleghi europei”.
Ufficio Stampa