Roma, 13 nov. – Il SSN è sottoposto a una forte pressione e ad una contrazione delle spese per il suo funzionamento provocata dalle politiche dei tetti di spesa per la sanità adottati da tutti i governi negli ultimi anni. L’ultimo rapporto Gimbe sulla legge di Bilancio 2025 evidenzia chiaramente che vi è stato una riduzione degli investimenti per la sanità rispetto alla ricchezza prodotta dal Paese, segno che il rafforzamento del SSN e la tutela della salute non sono una priorità nemmeno per l’attuale Governo, così Fabiola Fini, Vice Presidente Vicario FVM e Vice Segretario Nazionale SMI, alla conferenza unitaria degli Esecutivi Nazionali e Regionali dell’Intersindacale della Dirigenza medica, veterinaria e sanitaria che si è tenuta Roma oggi 13 novembre 2024 alla Sala Capranichetta di Piazza Montecitorio.
Questo contesto determina la difficile situazione in cui si trova la medicina di emergenza-urgenza oggi in Italia rappresenta la “punta dell’iceberg” e la conseguenza di problemi complessi, spesso inveterati, connessi gli uni con gli altri. Tra le cause principali strutturali: la carenza di personale medico e infermieristico, si stima che nel settore dell’emergenza-urgenza manchino oltre 4.500 medici e circa 10.000 infermieri; i tempi di attesa per il ricovero (boarding), stante la carenza di posti letto disponibili nei reparti di degenza causata dalla difficoltà a garantire un turnover adeguato; l’elevato numero di accessi impropri.
Dobbiamo essere ben coscienti che senza medici disposti a lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale non c’è sanità pubblica, con tutto quel che ne deriva e la Parte Pubblica deve dire sul futuro della medicina dell’emergenza – urgenza parole chiare, incominciando dalla necessità che gli stipendi dell’area della dirigenza sanitaria devono essere equiparati a quelli dei colleghi europei per rispondere alla grave crisi della professione.
Ufficio Stampa