Comunicato Stampa
Violenza verso gli operatori sanitari – Convegno a Fermo sabato 29 marzo:
“La sicurezza del personale sanitario è una vera priorità!”
Dichiarazione di Fabiola Fini, Componente dello SMI nell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie

Fermo, 29 mar. – Ho partecipato con grande interesse al convegno di oggi a Fermo, presso l’Ordine dei Medici, sul tema dell’analisi e del contrasto alla violenza verso gli operatori sanitari, così Fabiola Fini componente del Sindacato Medici Italiani, dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie (ONSEPS).
Le aggressioni, le intimidazioni fisiche e psicologiche sono una vera e propria piaga che, vale la pena ricordarlo, rappresentano la prima motivazione di fuga all’estero di tanti nostri giovani professionisti. Questi episodi sono aumentati del 38% negli ultimi cinque anni, dove il 42% degli operatori, in larga maggioranza donne, dichiara di essere stato vittima di almeno una aggressione. Tra le cause principali ci sono il sottodimensionamento degli organici, che genera lunghe attese nei reparti e nei pronto soccorso e la mancanza di adeguati sistemi di sicurezza e sorveglianza.
Il fenomeno delle aggressioni è particolarmente avvertito e considerevolmente rilevato nell’ambito dei servizi di emergenza-urgenza (Pronto Soccorso e 118), che risultano maggiormente sensibili ed esposti a tali eventi avversi, proprio per le peculiari caratteristiche delle prestazioni ivi richieste e necessitate dall’utenza, nonché per le modalità di erogazione delle cure, in circostanze connotate da un elevato grado di criticità. Un infortunio su 10 in sanità deriva da un’aggressione. Secondo i dati più recenti dell’Inail (aprile 2024) sono stati registrati complessivamente nel quinquennio 2019-2023 quasi 12 mila infortuni da aggressioni o violenze sul posto di lavoro (2-3 mila l’anno).
Il convegno di oggi è, quindi, molto importante perché rappresenta una dell’iniziative che punta alla formazione specifica per il personale medico e sanitario sul tema delle aggressioni per renderli capaci sia di prevenire gli eventi sia di gestire le situazioni a rischio. La formazione del personale in tale ambito integra nozioni di comunicazione, gestione dello stress, tecniche di de-escalation e competenze relazionali, che insieme contribuiscono a creare un ambiente lavorativo più sicuro e resiliente. Insieme alle misure di prevenzione, di formazione e di repressione dei fenomeni di violenza bisogna, allo stesso tempo, promuovere un cambiamento culturale, per radicare i principi di fiducia e di rispetto. Dobbiamo parlare ai cittadini, anche per arginare campagne d’odio che spesso viaggiano sul web e che alimentano comportamenti violenti. Il medico, l’infermiere, tutti gli operatori sanitari e sociosanitari sono alleati del cittadino e della salute pubblica: proteggerli significa proteggere la nostra salute perché ogni violenza di fatto compromette anche la sicurezza delle cure.
In questo contesto, diventa ancora più importante una stretta collaborazione con le associazioni e le rappresentanze sindacali di categoria che operano in tantissimi settori sanitari. Tutte queste figure non possono essere lasciate sole a operare in un clima di costante paura.
La sicurezza del personale sanitario e sociosanitario non rappresenta un mero slogan, ma è una vera priorità.

Ufficio Stampa