Comunicato Stampa
Convegno oggi a Firenze.
Rete Emergenza Urgenza nel SSN e SSR: maggiore integrazione Ospedale-Territorio
e riformare la medicina dell’emergenza – urgenza!

Dichiarazione di Fabiola Fini, Vice Segretario Nazionale Sindacato Medici Italiani (SMI)

Firenze,7 giu.- Nell’affrontare i temi della medicina dell’emergenza-urgenza sottolineiamo come sia importante tener conto dell’emergenza urgenza territoriale 118 quale elemento di trait d’union tra territorio e ospedale, così Fabiola Fini, Vice Segretario Nazionale dello SMI, intervenendo all’iniziativa di oggi Firenze della FIMEUC (Federazione Italiana Medicina di Emergenza-Urgenza e delle Catastrofi).
Occorre una maggiore integrazione Ospedale-Territorio e in particolare nella gestione dei malati cronici e fragili. Serve contrastare con misure strutturali il fenomeno dei pazienti “parcheggiati” nei locali dei Pronto Soccorso in attesa di un posto disponibile dopo essere stati stabilizzati in Pronto Soccorso.
Sono stati persi, infatti, negli ultimi anni circa 37.000 posti letto, questa perdita ha dequalificato e impoverito il sistema ospedaliero pubblico e causato un enorme stress lavorativo ai medici ai lavoratori del settore.   Questa condizione riteniamo che sia, da un lato, alla base delle tante situazioni di violenza contro gli operatori della sanità e, dall’altro, la causa della fuga dei medici all’estero e verso il sistema privato.
Per rispondere a questa crisi sarebbe fondamentale prevedere, di normare, con una iniziativa legislativa ad hoc, la costituzione di un dipartimento dell’emergenza mono – specialistico integrato (DIE). In questo modo si permetterebbe l’aggregazione funzionale di più strutture complesse e strutture semplici dipartimentali che, pur mantenendo la loro autonomia e responsabilità clinico assistenziale, riconoscerebbero la loro reciproca interdipendenza.
Per un effettivo rilancio del settore, occorre recuperare risorse che attualmente vengono dirottate verso le strutture private accreditate. Prevedere l’incentivazione del lavoro dei medici di pronto soccorso e di emergenza-urgenza, finanziandola con parte dei proventi derivanti dai pagamenti dei ticket dei codici bianchi nonché con quanto viene speso dalle aziende sanitarie per l’acquisto di beni e servizi, comprese le prestazioni sanitarie erogate dai medici gettonisti. Riconoscere un’indennità di lavoro usurante ai medici dell’emergenza-urgenza, del pronto soccorso e del 118. Per i medici specializzandi, infine, deve esser previsto un nuovo contratto di formazione lavoro con tutti i diritti le tutele dei dipendenti del SSN.
Sono queste le misure che chiediamo per un effettivo rilancio della medicina dell’emergenza – urgenza e per garantire la salute ai cittadini.

Ufficio Stampa