Roma, 6 ago.- La non approvazione del disegno di legge-delega in materia di professioni sanitarie, contenente disposizioni relative alla responsabilità, penale e civile, degli esercenti le professioni sanitarie, in discussione nel Consiglio dei Ministri del 4 agosto, è una decisione grave. Una misura, annunciata da tempo, che stata affossata a causa delle divergenze in seno al Governo in merito alla stabilizzazione della norma sullo scudo penale.
Una misura, quella dello scudo penale invocata dalle categorie mediche e sanitari per arrestare i fattori principali delle fughe e della disaffezione dei medici dalla professione, ma davanti al grido di allarme delle categorie del mondo della sanità, non si è ritenuto di dare risposte in termine di sicurezza a chi lavora in sanità e soprattutto in quella pubblica.
Nel corso degli ultimi anni il rapporto di fiducia tra i cittadini e gli operatori sanitari ha subito una frattura; lo vediamo dalle aggressioni ai camici bianchi, dalle 300 mila cause stimate pendenti contro medici e strutture sanitarie, dalla medicina difensiva, con prestazioni sanitarie che non hanno come scopo primario quello di curare, ma quello di limitare il rischio di una causa legale, con un costo stimato di circa 12 miliardi l’anno.
Deve essere chiaro però, che tutelare un operatore sanitario non significa fare un danno ad un cittadino o togliere ai cittadini la possibilità di far sentire la propria voce. Gli operatori sanitari e i medici non possono pagare per le inefficienze di altri.
Si devono tutelare gli operatori sanitari, inoltre, non solo da qualsiasi rivalsa di cittadini coinvolti da reazioni avverse, ma si deve, con un provvedimento di merito, impedire la discrezionalità di qualsiasi magistrato nell’intraprendere indagini mirate a carico dei singoli professionisti. Siamo convinti, per questo, che bisogna impegnarsi nella società per ristabilire un nuovo patto di rispetto reciproco tra pazienti, personale medico – sanitario e istituzioni. Per realizzare queste condizioni è indispensabile un forte rilancio della medicina del territorio e la piena valorizzazione della medicina generale, nonché di quella ospedaliera, garantendo la capillarità dei servizi su tutto il territorio nazionale, implementando gli organici e assicurando stipendi ai medici italiani in media con quelli degli altri paesi europei.
La nostra richiesta è quella che il Governo vari immediatamente una norma che regoli uno scudo legale a copertura di tutti gli operatori sanitari.
Ufficio Stampa