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Comunicato Stampa
Pronto Soccorso Marchigiani: non ci convince la proposta dell’Assessore Regionale alla Sanità Filippo Saltamartini

Dichiarazione di Fabiola Fini, Vicesegretario Nazionale Sindacato Medici Italiani (SMI)

Ancona 12 lug.- “Assistiamo da tempo a Pronto Soccorso presi d’assalto, liste d’attesa lunghissime, condizioni di lavoro inaccettabili che stanno portando il personale sanitario a fuggire dalla sanità pubblica. Si sta assistendo ad una progressiva privatizzazione dei servizi sanitari, ad una crescita esponenziale dell’appalto al privato dei professionisti, sempre più raramente disposti a iniziare o a continuare a lavorare nelle strutture pubbliche, a fronte di stipendi dal potere d’acquisto sempre più basso e di condizioni di lavoro in continuo peggioramento.
Il 2022 doveva essere l’anno della ripresa e anche del recupero dei ritardi sulle liste d’attesa dopo due anni di pandemia, invece, la tanto auspicata “ripartenza” non c’è stata e i cittadini si sono visti negare un diritto fondamentale: accedere gratuitamente e nei tempi giusti alle prestazioni sanitarie che devono essere garantite dal nostro SSN, difficoltà di accesso al servizio fin dalla fase di prenotazione.
E’ sconcertante leggere sulla stampa le soluzioni che l’Assessore Saltamartini ha presentato come progetto sperimentale “Pronto Soccorso a due Binari” già partito  negli ospedali di Macerata e Civitanova e che si intende estendere  nel resto della regione, in Consiglio Regionale ed inviato alla stampa, per risolvere, a suo dire, i “nodi della Sanità Marchigiana”, senza ascoltare le  possibili soluzioni tecniche avanzate da rappresentanze sindacali  della dirigenza medica  e della convenzionata.
Da mesi  si sarebbero  dovuto convocare  il  tavolo tecnico dell’emergenza urgenza a cui ricordiamo, ma non gli  è stato permesso di fatto di operare dopo la sua istituzione per trovare soluzioni alle tante criticità che affliggono il sistema e procedere ad una riorganizzazione regionale del sistema dell’emergenza urgenza.
Oggi veniamo a conoscenza di una proposta sperimentale dell’assessore Saltamartini di  creare   un “doppio binario” nel Pronto Soccorso per separare i codici bianchi e verdi facendo riferimento a risorse aggiuntive ed al coinvolgimento degli specializzandi con  modalità  contrattuali di cui  non è dato sapere  e richiamando l’impiego di 9 milioni di euro per abbattere le liste d’attesa.
Considerando la cronica  carenza di personale nell’emergenza urgenza  pensa veramente l’Assessore Saltamartini che solo con l’impiego delle risorse aggiuntive  questo doppio binario in Pronto Soccorso possa essere la soluzione? Non solo si punta l’attenzione alla risposta dei codici bianchi e verdi e non al miglioramento delle risorse per una gestione ottimale dei codici di emergenza e d’urgenza che accedono ai Pronto Soccorso Marchigiani? E delle criticità della medicalizzazione del 118 marchigiano nemmeno un accenno?
Quello che occorre con urgenza è a nostro avviso una politica che investa subito come dovrebbe in sanità, che metta fine al tetto di spesa del personale, una politica che stanzi le dovute risorse indispensabili per la salvaguardia del SSN e della salute dei cittadini, che metta mano al riordino del sistema dell’emergenza urgenza ospedaliera e territoriale. Se la Regione Marche è da anni prima nella graduatoria nazionale degli abbandoni della dirigenza medica ospedaliera, è chiaro che esiste un problema grave e non da oggi, lo vogliamo affrontare e risolvere?
Vogliamo metter mano non solo alla crisi del sistema ospedaliero ma anche alla crisi del territorio che si manifesta con aree geografiche estese prive di medici di riferimento, carenze per il sostegno sociale per pazienti con malattie croniche, spesso non autosufficienti, invalidanti. Dove è finito quel diritto alla salute che recita la Costituzione Italiana?
Non può l’Assessore Saltamartini pensare veramente di risolvere il problema con il solo incentivo per le attività aggiuntive che prevede una quota   oraria fino a 100 euro. Non solo ricordiamo che tale importo   avrebbe già dovuto essere stato erogato per il personale dell’emergenza urgenza per le attività aggiuntive dal primo giugno di quest’anno con le risorse straordinarie previste dalla legge n.56 del 26.5.23 pubblicata su Gazzetta Ufficiale n.124 del 29.5.23 per il personale dell’emergenza urgenza.
Ricordiamo che le attività aggiuntive sono quelle attività per cui  il professionista da volontariamente la propria disponibilità  a svolgere ulteriore attività, oltre il proprio monte orario mensile  , da ciò si evince chiaramente come con tale soluzione non possa colmare  le gravi carenze di organico dell’emergenza urgenza ma essere solo un piccolo ausilio.
Chiediamo all’Assessore Saltamartini soluzioni concrete, non propaganda, chiediamo di mettere mano ad  una  riforma dell’assistenza territoriale e di prossimità. La carenza di personale, il ritardo nell’impiego dei fondi del PNRR e la pandemia appena conclusa, hanno ridotto quasi al “collasso” un settore già di per sé molto critico.
Continuiamo a richiedere con forza la convocazione del tavolo tecnico dei sindacati   dei professionisti che operano nella Sanità per cercare di risolvere le criticità del sistema regionale.
Abbiamo estremo bisogno  di potenziare le vaccinazioni,  gli screening neoplastici come per il tumore della mammella e per il colon retto,  la ricerca, l’ambito delle cure primarie e dell’assistenza di prossimità  ,il cittadino ha bisogno di strutture residenziali , di investimenti nella salute mentale , nell’Assistenza Domiciliare-ADI , nell’Assistenza Riabilitativa territoriale- Ambulatoriale e domiciliare ,sicurezza delle cure ,strutture adeguate, macchinari efficienti, personale sanitario preparato e qualità nel percorso di cura.  Senza dimenticare, inoltre, quanto essenziale sia perseguire l’umanizzazione delle cure e la relazione con operatori sanitari e politiche per il rafforzamento della parità di genere in sanità, nel campo economico, delle tutele, per la maternità e del diritto ai tempi di conciliazione per le professioniste della sanità, alla luce della crescente femminilizzazione della categoria. Non c’è più tempo da perdere se si vuole salvare un SSR e SSN Pubblico.

Ufficio Stampa