Comunicato Stampa
Sardegna: “La bozza di Accordo Integrativo Regionale (AIR) per la medicina generale
proposta da alcuni sindacati deve essere rispedita al mittente!”
Nota della Segreteria Regionale Sardegna Sindacato Medici Italiani (SMI)
Cagliari 3 ago- “Si respinge al mittente la bozza di Accordo Integrativo Regionale (AIR) per la medicina generale, che qualche forza sindacale sta facendo girare in questi giorni; esprimiamo tutta la nostra contrarietà a questa ipotesi perché il testo non tiene conto dello stato di difficoltà dei medici sardi, che si è acuito dopo la pandemia. Questo bozza di AIR sfiora il ridicolo perché non prevede nessuno incentivo dal punto di vista economico né riesce a dare risposte sul piano organizzativo” così una nota della Segreteria Regionale della Sardegna del Sindacato Medici Italiani (SMI).
“Non c’è in questa ipotesi di AIR nessuna risposta alla carenza dei servizi sanitari sul territorio, anzi li penalizza ancora di più, prevedendo la cancellazione della Continuità Assistenziale (ex Guardie Mediche). Non interviene sulle incombenze burocratiche che pesano sul lavoro dei medici. In questo ambito occorrerebbe, invece, fare passi avanti con un accordo serio sulla dematerializzazione delle ricette e di tutto quello che riguarda l’attività medica, questione che nella nostra regione non è stata mai affrontata e che potrebbe far risparmiare capitoli di spesa alle amministrazioni pubbliche”.
“Per queste ragioni questa ipotesi di accordo integrativo regionale, redatto da alcune forze sindacali della medicina generale non può che essere respinto al mittente poiché sono necessarie, invece, altre scelte politiche a partire dalla previsione di maggiori tutele per i medici che sono oberati da carichi di lavoro insopportabili e sottoposti a un duro burn out”.
“Vorremmo, invece, rivolgere la nostra attenzione a delineare un percorso che arrivi ad AIR che contenga un effettivo adeguamento salariale per la categoria medica. Di fronte all’inflazione, agli elevati costi di gestione degli studi medici occorrerebbe prevedere: una quota capitaria integrativa regionale; una indennità per la dematerializzazione e un adeguamento delle indennità per tutte le varie prestazioni aggiuntive per rispondere alla crisi della medicina generale. La Regione Sardegna ne tenga conto e cambi rotta se vuole salvare la rete degli ambulatori dei medici di famiglia dell’isola” conclude la nota.
Ufficio Stampa