Comunicato Stampa:
“Incontro all’INAIL sulle certificazioni per infortunio e per le malattie professionali”
Dichiarazione congiunta di:
Luigi De Lucia, Vice segretario nazionale dello SMI e
Cristina Patrizi, Consigliere Nazionale del Sindacato Medici Italiani
Roma 13 nov. “Abbiamo rappresentato al direttore INAIL Agatino Cariola e alla delegazione trattante dell’istituto le criticità sulle complessità tecniche e di contenuto delle due certificazioni in discussione, cioè per quella INAIL e quella riferita alla malattia professionale” ha dichiarato Luigi De Lucia Vice Segretario nazionale dello SMI.
“È indispensabile un raccordo in cooperazione applicativa con i nostri software gestionali. Il carico burocratico e il carico assistenziale clinico del medico di medicina non può ulteriormente essere gravato da nessun altro obbligo certificativo e/o clinico che non tenga conto del grande peso assistenziale in carico al medico. Abbiamo posto, inoltre, non come non ultima questione da affrontare quella dell’esenzione INAIL che attiene all’istituto e che crea non pochi problemi nell’applicabilità sul territorio” aggiunge De Lucia.
“Giudichiamo positivamente la disponibilità dell’Istituto a valutare con le parti gli aspetti tecnici di una procedura che, al momento, deve ancora avere l’attivazione contrattuale. Lo stanziamento per la norma, invece, che al momento è indicato solo complessivamente (per mmg ed ospedalità) ed affidato alle regioni, ci lascia perplessi” ha aggiunto Cristina Patrizi, Consigliere Nazionale del Sindacato Medici Italiani.
“Non possiamo immaginare carichi ulteriori di lavoro non retribuito per i medici di medicina generale. Se è pur vero che esistono obblighi di legge, le norme devono trovare discipline applicative che al momento non risultano ancora concordate. Per queste ragioni lo SMI è contrario ad un accordo che veda le risorse applicate in quota capitaria”.
“Abbiamo contestato questa impostazione, già da gennaio scorso, poiché non chiarisce il riparto (tra fondi che andranno agli ospedalieri e fondi alla medicina generale) che ad occhio e croce si attesterebbe a circa 3 milioni di euro. Tutto questo lo riteniamo un’ennesima incombenza per la medicina generale” concludono De Luca e Patrizi del Sindacato Medici Italiani.
L’Ufficio Stampa SMI