Comunicato Stampa:
Lo SMI sull’ordinanza della Regione Toscana del 23 febbraio 2020 su Covid19
Dichiarazione di Nicola Marini, Segretario Regionale della Toscana del Sindacato Medici Italiani
Firenze 25 febb. – “Il Sindacato Medici Italiani esprime forti perplessità nei confronti dell’ordinanza della Regione Toscana del 23 Febbraio 2020 riguardo le ulteriori integrazioni alle misure organizzative ed attuative del Ministero della Salute del 21 Febbraio 2020 contro la diffusione della malattia infettiva Covid19.
Lo SMI stigmatizza nettamente il metodo con cui si è pervenuti alla sua emanazione ed il suo stesso contenuto.
Il metodo in quanto, per l’ennesima volta, si è giunti ad una decisione senza il coinvolgimento, da sùbito, tutte le organizzazioni sindacali legittimate a rappresentare i medici che lavorano sul campo. Una pessima abitudine più volte messa in atto dai responsabili istituzionali regionali. La consultazione postuma, a cose già decise, non depone a favore di un corretto sistema di relazioni sindacali, ma soprattutto inficia l’efficacia attuativa delle stesse decisioni già prese, con danno per l’attività dei medici e per l’ottimale assistenza da dare ai loro pazienti.
Nel merito, in quanto l’impegno richiesto ai medici di Medicina Generale di una “contattabilità telefonica” permanente dalle 8 alle 20 nei giorni feriali e pertanto nelle stesse ore di presenza ambulatoriale interferirebbe pesantemente con la normale e serena attività clinica rivolta a tutta la platea delle patologie dei propri pazienti, considerando l’elevato numero di patologie croniche, di polipatologie, di riacutizzazioni, di recidive.
Non si lavora solo, ma anche, contro il coronavirus! Si lavora, come sempre, per tutte le situazioni di malattia nel rispetto del diritto costituzionale di ogni cittadino-paziente di essere assistito dal proprio medico di fiducia.
In secondo luogo l’obbligo di consultazione telefonica permanente, nei giorni festivi dalle 8 alle 20, esula dagli obblighi previsti dall’Accordo Collettivo Nazionale, legge dello Stato e ne costituisce una vera violazione.
Questa misura equivale ad una vera precettazione dei medici di MG e sarebbe pienamente giustificata solo da uno stato di maxiemergenza, ripetutamente escluso dagli organi istituzionali della Regione e per cui, secondo SMI, non esistono comunque i presupposti non essendosi verificato, finora, nessun caso in Toscana secondo le stesse dichiarazioni ufficiali.
Di fatto, si obbligano i medici a diventare niente più che un call center sempre, comunque e dovunque, con tutti i limiti operativi citati e le cadute di natura deontologica connesse.
Infine è assolutamente surreale chiedere ai medici di base, allo stato dei fatti, di “programmare e regolare gli accessi agli ambulatori” vista la reale situazione logistica della stragrande maggioranza degli studi medici, oltretutto dovendo sempre considerare i limiti precisi previsti dal d.lgs. 81/2008.
Questo, secondo SMI, denota la completa perdita del senso di realtà da parte degli organi di governo regionali forse causato dall’enorme pressione mediatica e dall’ansia legata alla responsabilità per l’emergenza epidemiologica nazionale.
Il Sindacato Medici Italiani comunque rispetta l’ordinanza per senso di responsabilità civica ed istituzionale e si dichiara pronto a sostenere qualsiasi iniziativa indispensabile per la salvaguardia della salute pubblica, in particolar modo se si dovessero manifestare anche in Toscana casi di Covid19.
Lo SMI giudica tuttavia questa ordinanza lesiva della dignità professionale dei medici ed ostativa verso un corretto svolgimento dell’attività clinica nel rapporto medico paziente.
Lo SMI ritiene doveroso per la tutela dei propri iscritti e per la dignità della categoria medica ribadire queste precise valutazioni quando verrà convocato al tavolo previsto dall’ordinanza medesima”.
L’Ufficio Stampa SMI