Comunicato Stampa:
“L’emergenza Coronavirus e i giovani medici: una storia travagliata”
Dichiarazione di:
Delia Epifani
Responsabile Nazionale Area Formazione e Prospettive
Sindacato Medici Italiani
Roma, 4 marzo – “Il coronavirus è arrivato in Italia. Il nostro sistema sanitario sta reagendo, le forze politiche sono concentrate sul contenimento dell’epidemia, migliaia di medici stanno facendo del loro meglio per curare i pazienti, spesso in condizioni di totale assenza di protezione individuale” ha dichiarato Delia Epifani, Responsabile Nazionale Area Formazione e Prospettive Sindacato Medici Italiani.
“Si sono susseguiti provvedimenti urgenti per far fronte all’emergenza: tra questi, due hanno riguardato in particolar modo i giovani medici, influendo sul loro accesso al mondo formativo e lavorativo. L’esempio eclatante è stato rappresentato dal fatto che l’esame di abilitazione all’esercizio della professione medica è stato rinviato a data da destinarsi. In questo modo, laureati in medicina non ancora abilitati si sono trovati nella paradossale situazione di dover iniziare il corso di medicina generale e non essere iscritti all’Albo. Poi, in fretta e furia, è stato emanato un nuovo provvedimento per consentire loro di iniziare ugualmente. Prima dell’iscrizione all’Ordine dei Medici. Nel frattempo, nuovo provvedimento urgente: esame di abilitazione sbloccato, si può organizzare di nuovo” continua Epifani.
“Quella che è un’emergenza sanitaria, va ad abbattersi e peggiorare una condizione che dura talmente da tanti anni che forse non può più essere chiamata emergenza: la carenza di medici specialisti, in particolare i medici di medicina generale”.
“Ad aggravare ulteriormente la situazione, c’è poi il limite temporale sull’utilizzo delle graduatorie del concorso per l’accesso al corso di medicina generale, attualmente ancora fissato a 60 giorni dall’inizio del corso. Cosa comporta tutto ciò per i giovani medici? La creazione di disparità. Perché da una parte abbiamo dei laureati in Medicina e Chirurgia che, a prescindere dalla loro iscrizione ad un albo professionale, potranno iniziare un corso di formazione specifica, dall’altra la presenza di laureati che non possono accedere alla professione finché non viene fissata una nuova data per l’esame di Stato”.
“A tutto questo deve essere aggiunta l’assenza della proroga dell’utilizzo delle graduatorie d’accesso al Corso di Medicina Generale che rischia di mandare in fumo numerose borse di studio e di numerose possibilità di accesso alla formazione per i giovani medici, come già evidenziato dallo SMI il 4 febbraio 2020 con una nota inviata al Ministro della Salute Speranza”.
“Si è generata perciò una situazione paradossale, che è urgente risolvere. Pur essendo convinti della necessità di garantire ai medici vincitori di concorso l’inizio delle attività formative, riteniamo che far iniziare queste attività senza l’iscrizione all’albo sia una scelta che apre numerosi problemi sulla tutela dei colleghi stessi. Come saranno inquadrati da un punto di vista assicurativo? A che titolo svolgeranno il tirocinio formativo? Ci sarà disparità di formazione tra un corsista iscritto all’albo e uno non iscritto? Tutte domande a cui sarebbe interessante trovare una risposta”.
“Siamo consapevoli della condizione di estrema crisi che il Sistema Sanitario Nazionale sta fronteggiando in questo momento, ma come Area Formazione del Sindacato Medici Italiani, non possiamo che chiedere fermamente la tutela di tutti i giovani medici anche e soprattutto in un momento come questo”.
“È fondamentale, quindi, ottimizzare le risorse. Per farlo la strada da percorre è solo una: fissare una nuova data per l’esame di Stato il primo possibile, consentire a tutti i laureati di abilitarsi e prorogare l’utilizzo delle graduatorie per l’accesso al corso di Medicina Generale. Le risorse sono poche. I medici sono pochi. Usiamo al meglio ciò che abbiamo” conclude Epifani dello SMI.
L’Ufficio Stampa SMI