Comunicato Stampa:
“Sistema della medicina di emergenza – urgenza in Toscana”
Lettera aperta al Presidente e all’Assessore alla Salute della Regione Toscana
di Nicola Marini
Segretario Regionale SMI Toscana
Firenze, 11 marzo 2020 – “Il Sindacato Medici Italiani segnala il grave rischio di un collasso del sistema di emergenza urgenza toscano, nel pieno dell’epidemia di coronavirus in quanto circa un terzo dei medici che inizieranno, ai primi di aprile, il corso di formazione specifica di medicina generale, lavorano nel sistema di emergenza sanitaria territoriale 118 nonché nei Pronti Soccorso della Regione secondo le modalità previste dal DL 35/2019 art.12 comma3, conosciuto come Decreto Calabria” così Nicola Marini, Segretario Regionale del Sindacato Medici Italiani della Toscana in una lettera aperta al Presidente e all’Assessore alla Salute della Regione Toscana.
“La legge infatti consente a questi medici di accedere al corso tramite graduatorie riservate, senza borsa di studio, continuando però a svolgere l’attività professionale convenzionata con il SSN, con il limite obbligatorio di 24 ore settimanali invece delle attuali 38 ore, come previsto dall’Accordo Collettivo Nazionale”.
“Lo stato attuale di grave emergenza dovuto al Covid19 richiede l’impegno totale di tutto il personale sanitario e soprattutto dei medici del 118, in prima linea sul fronte della guerra a questo virus aggressivo ed altamente pericoloso”.
“Lo SMI chiede pertanto di consentire a questi medici, per tutta la durata dell’emergenza Covid19, di lavorare a tempo pieno e di frequentare, nel contempo, secondo modalità da stabilire, il corso di formazione che, oltre a costituire per loro una scelta di vita, realizza, nel prossimo futuro, il progetto da tutti condiviso di copertura delle carenze dei medici di famiglia che si verificheranno pesantemente per i numerosi pensionamenti per raggiunti limiti di età. Questo problema, tra l’altro, è stato all’origine della scelta legislativa del DL 35/2019”.
“In tutta Italia i medici 118 iscritti al corso di formazione in MG sono i due terzi dei 688 che hanno acquisito il diritto di frequenza e che sarebbe opportuno, fino al termine di questa emergenza, impiegare al massimo delle ore previste dall’ACN”.
“Per tale motivo lo SMI chiede alla Regione Toscana di farsi parte attiva presso la Conferenza Stato-Regioni segnalando questo problema.
Il Sindacato Medici Italiani auspica che questa richiesta venga accolta ricordando che, in questo conflitto contro questa pericolosa malattia, non si può agire a legislazione vigente, ma nella logica delle circostanze eccezionali”.
L’Ufficio Stampa SMI