Comunicato Stampa:
“Non siamo il Paese più infetto, siamo il Paese più trasparente e che dice la verità ai suoi cittadini!”
di Ludovico Abbaticchio, Presidente Nazionale del Sindacato Medici Italiani
Roma, 11 marzo – “La Sanità italiana fa scuola nel mondo! Ha ragione il mio amico e collega di studio Frappampina, è la prima volta in 41 anni di professione medica che mi capita di chiedere ad un mio paziente di star fuori dallo studio, di tornare in auto e telefonarmi o di parlare con me al citofono.
Le porte del nostro ambulatorio sono state sempre aperte come le nostre braccia di medici che curano le piccole e le grandi cose del proprio paziente. Vivono a volte, se non sempre, il loro quotidiano anche sociale e di vita familiare. Esistono però brutture e smemoratezze istituzionali quando si va ai tavoli di trattativa per i contratti di lavoro che non vengono firmati da anni! Spesso quando ci si siede con le istituzioni competenti per parlare sia a livello nazionale, che regionale o aziendale, le risorse sono sempre le stesse (isorisorse) oppure di meno.
Ci si dimentica allora del precariato medico in medicina generale, della guardia medica, del medico del 118 e del PS; delle aggressioni subite dal personale sanitario, dei tentativi di violenza verso la donna medico, e di come in realtà lo Stato (governato da anni partendo da Berlusconi e finendo a Conte) abbia tagliato finanziamenti al servizio pubblico favorendo sempre più la medicina privata ospedaliera, sia di proprietà laica che ecclesiastica.
Ora noi medici, sia convenzionati di medicina generale che di emergenza convenzionata ed ospedaliera, ci troviamo ad esercitare sempre più la funzione di un servizio pubblico in questa grave e drammatica epidemia. Lo stiamo facendo con abnegazione, con spirito vero di servizio, in silenzio, a mani nude, dando informazioni e servendo con serietà e professionalità le famiglie che si affidano a noi.
Perché al di là degli spot, dei titoli di giornale e delle trasmissioni televisive, siamo noi che alla fine siamo ascoltati e a volte anche accusati di responsabilità che non abbiamo. Ma la maggioranza delle persone ci stima e ci vuole bene e questo porterà ancora una volta il nostro Paese, con questi “soldati dal camice bianco”, a venirne fuori e a dimenticare che il nostro servizio pubblico sanitario è sacrosanto e che i contratti e gli stipendi nel pubblico e nel privato convenzionato sia laico, che ecclesiastico si rispettano. Sia chiaro: la sanità privata convenzionata ospedaliera è importante ma non può e non deve sostituire il servizio pubblico e chi ci lavora all’interno deve essere rispettato e garantito e non sfruttato o a volte “mobbizzato”!
Salute a tutti e per tutti. Andiamo in trincea anche oggi e “speriamo che me la cavi!”.
L’Ufficio Stampa SMI