Comunicato Stampa
Toscana – traccia di accordo sui vaccini: “Non siamo d’accordo con il metodo e con il contenuto della proposta”
Dichiarazione di Nicola Marini, Segretario Regionale Toscana Sindacato Medici Italiani (SMI)
Firenze – 10 febb.- “La campagna vaccinale anti SARS Covid 2 comporta un notevole impegno organizzativo necessario per sostenere la dimensione numerica della popolazione destinataria, la necessaria concentrazione temporale dell’intervento, le caratteristiche tecniche collegate al tipo di vaccino che si renderà progressivamente disponibile e la necessità della doppia somministrazione dei vaccini Pfizer e Moderna con le note problematiche logistiche legate alla catena del freddo “ così Nicola Marini Segretario Regionale Sindacato Medici Italiani della Toscana esordisce per esprimere il giudizio sulla traccia di accordo sui vaccini inviata dalla Regione alle organizzazioni sindacali di categoria.
“La medicina generale, fondamentale nucleo del SSN, è giustamente chiamata ad affiancare le strutture regionali ed aziendali per garantire la massima copertura vaccinale nel rispetto del cronoprogramma. Il Sindacato Medici Italiani è pronto a dare con i suoi medici il proprio contributo professionale e civico secondo le priorità definite a livello nazionale e regionale. Tuttavia la Regione Toscana, in un attacco acuto di insolita autoreferenzialità, senza un vero confronto con le organizzazioni sindacali dei medici di medici di medicina generale, ha preteso di comunicare tempi e modalità di utilizzo dei medici stessi tramite una “traccia di Accordo” articolato in ben 18 commi, da far valutare isolatamente a ogni singolo sindacato ed in sole 24 ore! Accordo da cui SMI dissente nettamente per merito e metodo”.
“Questo vaccino, per i numeri e le caratteristiche, non è come quelli finora somministrati. Questa vaccinazione di massa richiede una rigorosa programmazione dei tempi, del personale impiegato, delle adeguate strutture, della rilevazione dei pazienti ad alto rischio per le fasce più alte di età, per la segnalazione di chi è incapace di deambulare e quindi di raggiungere gli ambulatori ed i centri vaccinali.
La circolare del Ministero della Salute ha previsto, per la sicurezza e l’efficienza delle vaccinazioni ben quattro diversi locali: punto di accettazione per consenso informato e registrazione, stanza di attesa, stanza di preparazione/somministrazione, area di monitoraggio per l’osservazione dell’insorgere di eventuali eventi avversi.
Si ritiene inoltre che il personale dedicato debba essere composto da medici, infermieri, personale sociosanitario, personale amministrativo.
Gli ambulatori dei medici di famiglia sono private abitazioni, situate per lo più in condomini, non hanno questa disponibilità di locali che possano garantire la piena sicurezza dei distanziamenti e l’efficacia dei percorsi previsti in successione.
Oltre tutto questo la Regione chiede ai medici di base di contattare ogni assistito over 80, partendo dalle fasce di età più elevate fino agli ottantenni e di prenotare la vaccinazione, verificando la loro capacità di deambulare per recarsi in ambulatorio, attività burocratica che confligge con i tempi della doverosa assistenza a tutti i pazienti per tutte le patologie.
Lo SMI propone che, su indicazione della Regione, siano le Aziende a centralizzare l’organizzazione, utilizzando i sistemi informatizzati ed il personale a disposizione per il contatto telefonico con i pazienti di ogni singolo medico, facendo la prenotazione e cadenzando gli appuntamenti.
Le ASL dovrebbero utilizzare le strutture aziendali e gli ampi spazi, come già in alcune zone stanno facendo, dei palazzetti dello sport, tensostrutture ecc. da sanificare adeguatamente prima e dopo i percorsi vaccinali col personale addetto.
Per i pazienti non deambulanti, segnalati dai MMG o rilevati, per protocollo, dal contatto telefonico aziendale con apposita domanda, si utilizzino i medici USCA.
Per i medici di famiglia che intendano, invece, effettuare le vaccinazioni nel proprio ambulatorio per vari motivi, per propria scelta oppure per la distanza dagli hub vaccinali, realtà presente in molti comuni minori e, dispersi del territorio toscano, le Aziende mettano a disposizione il personale infermieristico e sociosanitario pagato dalle Aziende medesime. Deve essere chiarito, per le vaccinazioni negli ambulatori, chi debba eseguire lo sporzionamento.
Per il Sindacato Medici Italiani la figura del medico, negli hub vaccinali, rimane assolutamente centrale non solo per l’atto di somministrazione ma per la supervisione in tutti i passaggi procedurali, per l’informazione obbligatoria e professionale da dare chiedendo il consenso informato, per la promozione, anche in quella sede, della campagna vaccinale quale unica arma per adesso contro il virus, nonché per il monitoraggio costante e continuo di qualsiasi insorgenza di sintomi sospetti di effetti collaterali immediati e per il pronto trattamento di eventi avversi di alta gravità.
Senza tener conto che anche nel giorno o giorni successivi il medico è a disposizione dei propri pazienti che potrebbero, come la recente casistica insegna, manifestare sintomi significativi collegati soprattutto alla seconda dose del vaccino.
Per tutti questi motivi lo SMI giudica molto grave il comportamento autoreferenziale ed escludente della Regione Toscana e, nel superiore interesse di tutta la cittadinanza, auspica una rapida inversione di rotta ed un’apertura di un immediato confronto con tutte, nessuna esclusa, delle organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale” conclude Marini.
Ufficio Stampa SMI