Rassegna Stampa – 07.12.2018

Morte Giuseppe del Barone. SMI: “Suo esempio patrimonio formidabile”.

Dopo la morte di Giuseppe Del Barone, Presidente Emerito Nazionale dello Smi, il sindacato lo ricorda alla vigilia del Congresso Nazionale di domani a Tivoli.
Domani a Tivoli si inaugurerà il Consiglio Nazionale dello Smi, per la prima volta dopo molto tempo senza la presenza di Giuseppe Del Barone, Presidente Emerito Nazionale del sindacato, venuto a mancare ieri a Napoli.

Una perdita importante, questa, che il sindacato ha voluto sottolineare con una nota diffusa oggi. “Per lo SMI, per l’intera categoria medica e soprattutto per il settore giovani medici, a quali Del Barone ha dedicato le sue maggiori attenzioni – scrive Pina Onotri, Segretario Generale dello SMI – questo lutto lascia una perdita incolmabile”.
“Gli insegnamenti di Giuseppe Del Barone – prosegue Onotri – in tema di crescita della medicina generale territoriale e per chi, come lo SMI, si batte in difesa dei diritti dei medici e della tutela della salute, saranno un patrimonio formidabile”.
Nella nota, il Segretario Generale dello SMI ha ricordato come a Tivoli, l’1 e il 2 dicembre, si discuterà di quali azioni dovranno essere intraprese per realizzare un cambiamento radicale per i medici.

E questo, “a partire dalle proposte che abbiamo sottoposto, a tutte le forze politiche, in questa fase di discussione parlamentare della Legge di Bilancio”.
“Lo SMI propone che una nuova leva medica di giovani colleghi acceda alla professione; per questo, alla politica abbiamo chiesto la trasformazione del corso di formazione in M.G. in scuola di specializzazione”.
Onotri ha poi ricordato come, dinanzi alle migliaia di pensionamenti dei prossimi anni, £si dovranno realizzare le condizioni affinché parta il tempo pieno per tutti i MMG e anche per quelle specializzazioni come i medici dell’emergenza”.
“In definitiva – ha concluso Onotri – il modo migliore per ricordare la memoria di Giuseppe Del Barone è quello di sviluppare un’azione sindacale che non lasci nessuno medico da solo, ponendo fine ad una condizione di precariato, che riguarda alcune categoria (come i medici fiscali) della nostra professione”.

FONTE: Resposanbilecivile.it – 30.11.2018

Consiglio Nazionale SMI. Onotri: “Serve una nuova politica contrattuale che metta al centro i giovani medici”.

Si è svolto a Tivoli il Consiglio Nazionale del Sindacato Medici Italiani da cui il segretario Pina Onotri ha lanciato la nuova piattaforma per il futuro: “Salari, nuova politica contrattuale e giovani medici al centro dell’iniziativa sindacale”.

“Il consiglio nazionale dello SMI, con oltre i suoi 200 componenti, ha individuato molto bene, nei suoi lavori, quali saranno gli obbiettivi su cui puntare nella prossima fase. Salari europei, con l’equiparazione della paga dei medici italiani con quella dei colleghi europei. Una nuova politica contrattuale, che metta al centro le pari opportunità e che valorizzi la differenza di genere, prevedendo per le colleghe medico norme sindacali che possano far vivere serenamente la maternità. Un piano straordinario per l’assunzione di giovani medici a fronte dei 40mila colleghi che si pensioneranno nei prossimi anni” così Pina Onotri, alla chiusura del consiglio nazionale del Sindacato Medici Italiani, svoltosi a Bagni di Tivoli.

“Ritorniamo dopo questa bella e partecipata discussione nazionale nei nostri ambiti territoriali con la consapevolezza che solo con un rilancio della figura del medico ( quello di medicina generale, del 118 , di continuità assistenziale, dirigenti) può determinare un rilancio del servizio sanitario pubblico”.

“In questo senso, dal Governo e dal Parlamento ci aspettiamo politiche di cambiamento in sanità che creino una discontinuità con il passato, destinando le risorse necessarie per la tutela della salute dei cittadini. Basta con logiche da bancomat che sottomettono la sanità a continui tagli di spese. Si prevedano, invece, per il prossimo rinnovo contrattuale 2019-2021 della categoria medica, stanziamenti sufficienti per valorizzare la professione e per tutelare la sanità pubblica” conclude Onotri.

FONTE: quotidianosanita.it – 04.12.2018

Giovedì 06 Dicembre 2018 – Sanità. SMI: Riformare Medicina Generale Con Istituzione Scuola di Specializzazione”.

(DIRE) Roma, 6 dic. – “L’esercizio della Medicina Generale a tempo indeterminato e’ consentito, ad oggi, ai possessori del Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale (Cfsmg) e ai medici ‘equipollenti’, vale a dire medici laureati ante 31 dicembre 1994. Per l’acquisizione del Cfsmg e’ necessario, per tutti i medici iscritti al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dopo il 1991, il superamento di un concorso e l’espletamento del corso di formazione della durata di 3 anni. Il Csfmg soggetto ad iniquo trattamento economico rispetto alla formazione specialistica post-lauream e gravata da incompatibilita’ lavorative, ad eccezione degli incarichi provvisori di sostituzione di medicina generale e continuita’ assistenziale. La legge 401 del 29 dicembre 2000 ha permesso, mediante questa ‘sanatoria’, l’accesso in sovrannumero al Cfsmg a coloro i quali siano iscritti alla facolta’ di medicina e Chirurgia prima del 31 dicembre 1991 e laureati dopo il 31 dicembre 1994. Tale possibilita’ nasceva per poter permettere ai suddetti colleghi, iscritti al corso di Laurea prima dell’istituzione del Cfsmg (DL 368/99), di esercitare la Medicina Generale. L’accesso in sovrannumero non prevede la necessita’ di partecipare al concorso, non prevede trattamento economico ed incompatibilita’. L’assenza di incompatibilita’ lavorative, seppur in mancanza di trattamento economica, comporta la possibilita’, piuttosto concreta, di un guadagno nettamente superiore a quanto percepito dai vincitori di concorso. A questi ultimi, infatti, spetta un corrispettivo economico mensile di circa 900 euro soggetto a tassazione Irpef e contributi previdenziali Enpam. Il superamento del Cfsmg comporta in ogni caso l’accesso in graduatoria per la Medicina Generale e la possibilita’ di attribuzione di incarichi a tempo indeterminato”. Cosi’ Fabrizio Salemi dal Settore Formazione e Prospettive del Sindacato Medici Italiani, in una lettera aperta.

“Se la mancanza di incompatibilita’ permette agli iscritti in sovrannumero un maggior guadagno economico rispetto ai vincitori di concorso, la maggiore anzianita’ di servizio permette anche di ritrovarsi con un punteggio piu’ alto al termine del Cfsmg. Gli effetti di tale sanatoria, a distanza di 20 anni, continuano a ripercuotersi, specialmente nelle regioni a piu’ alta pletora medica, sui giovani medici che scelgono di intraprendere la strada della Medicina Generale. Tale problematica, da tempo sottolineata dal Settore Formazione e Prospettive del Sindacato Medici Italiani, dovrebbe essere superata con l’istituzione della Specializzazione in Medicina Generale. La formazione in Medicina Generale ha sempre rappresentato la ‘cenerentola’ della formazione post-lauream. Da anni chiediamo che questa sia riformata, sia dal punto di vista formativo che da quello economico, trasformandola a tutti gli effetti in una Specializzazione come avviene nel resto d’Europa. Nonostante cio’, il Cfsmg continua ad essere il ‘refugium peccatorum’ degli errori di programmazione effettuati nel corso degli anni. La Regione Piemonte e la Regione Sicilia hanno, infatti, attuato nelle more di stabilizzare i medici precari che esercitano a tempo determinato all’interno dei servizi di emergenza del 118, decreti atti a consentire l’iscrizione in sovrannumero al Cfsmg per i suddetti colleghi”, continua Salemi.

“La problematica del Settore Emergenza-Urgenza e’ nota allo Smi che propone da tempo la standardizzazione del profilo giuridico e professionale del personale medico al fine di integrare il sistema dell’emergenza preospedaliera con quella intraospedaliera. A fronte di una Specializzazione in Medicina d’Urgenza che ha prodotto i suoi primi Specialisti nel 2014 ed in maniera ad oggi insufficiente a ricoprire tutti gli incarichi, proponiamo da diverso tempo che il precariato dei colleghi che esercitano incarichi di emergenza territoriale possa essere superato con il progressivo passaggio al rapporto di dipendenza, nelle more che la Specializzazione possa offrire un numero di medici sufficiente a ricoprire tutti gli incarichi disponibili. Difficile comprendere pero’ come l’accesso in sovrannumero, anche per i colleghi che esercitano servizi di emergenza 118, possa rappresentare la soluzione al precariato degli stessi. Tale manovra avra’ la conseguenza inevitabile di aumentare in maniera scriteriata l’accesso in sovrannumero al Cfsmg ancora una volta a scapito dei giovani colleghi che per vocazione hanno scelto la strada della Medicina Generale. È ora quindi che la Medicina Generale sia riformata attuando una programmazione formativa unitaria sul tutto il territorio nazionale e che permetta attraverso l’istituzione della Specializzazione in Medicina Generale di attuare un percorso unico per l’accesso all’attribuzione degli incarichi a tempo indeterminato”, conclude Salemi.

FONTE: Ag. Stampa DIRE – 04.12.2018


Medicina generale. Ecco perché serve la scuola di specializzazione.

06 DIC – Gentile Direttore, l’esercizio della Medicina Generale a tempo indeterminato è consentito, ad oggi, ai possessori del Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale (CFSMG) e ai medici “equipollenti”, vale a dire medici laureati ante 31 dicembre 1994.Per l’acquisizione del CFSMG è necessario, per tutti i medici iscritti al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dopo il 1991, il superamento di un concorso e l’espletamento del corso di formazione della durata di 3 anni.

Il CSFMG soggetto ad iniquo trattamento economico rispetto alla formazione specialistica post-lauream e gravata da incompatibilità lavorative, ad eccezione degli incarichi provvisori di sostituzione di medicina generale e continuità assistenziale. La legge 401 del 29 dicembre 2000 ha permesso, mediante questa “sanatoria”, l’accesso in sovrannumero al CFSMG a coloro i quali siano iscritti alla facoltà di medicina e Chirurgia prima del 31 dicembre 1991 e laureati dopo il 31 dicembre 1994. Tale possibilità nasceva per poter permettere ai suddetti colleghi, iscritti al corso di Laurea prima dell’istituzione del CFSMG (DL 368/99), di esercitare la Medicina Generale. L’accesso in sovrannumero non prevede la necessità di partecipare al concorso, non prevede trattamento economico ed incompatibilità. L’assenza di incompatibilità lavorative, seppur in mancanza di trattamento economica, comporta la possibilità, piuttosto concreta, di un guadagno nettamente superiore a quanto percepito dai vincitori di concorso.

A questi ultimi, infatti, spetta un corrispettivo economico mensile di circa 900 euro soggetto a tassazione IRPEF e contributi previdenziali ENPAM. Il superamento del CFSMG comporta in ogni caso l’accesso in graduatoria per la Medicina Generale e la possibilità di attribuzione di incarichi a tempo indeterminato. Se la mancanza di incompatibilità permette agli iscritti in sovrannumero un maggior guadagno economico rispetto ai vincitori di concorso, la maggiore anzianità di servizio permette anche di ritrovarsi con un punteggio più alto al termine del CFSMG.

Gli effetti di tale sanatoria, a distanza di 20 anni, continuano a ripercuotersi, specialmente nelle regioni a più alta pletora medica, sui giovani medici che scelgono di intraprendere la strada della Medicina Generale. Tale problematica, da tempo sottolineata dal Settore Formazione e Prospettive del Sindacato Medici Italiani, dovrebbe essere superata con l’istituzione della Specializzazione in Medicina Generale. La formazione in Medicina Generale ha sempre rappresentato la “cenerentola” della formazione post-lauream.

Da anni chiediamo che questa sia riformata, sia dal punto di vista formativo che da quello economico, trasformandola a tutti gli effetti in una Specializzazione come avviene nel resto d’Europa. Nonostante ciò, il CFSMG continua ad essere il “refugium peccatorum” degli errori di programmazione effettuati nel corso degli anni.
La Regione Piemonte e la Regione Sicilia hanno, infatti, attuato nelle more di stabilizzare i medici precari che esercitano a tempo determinato all’interno dei servizi di emergenza del 118, decreti atti a consentire l’iscrizione in sovrannumero al CFSMG per i suddetti colleghi.

La problematica del Settore Emergenza-Urgenza è nota allo SMI che propone da tempo la standardizzazione del profilo giuridico e professionale del personale medico al fine di integrare il sistema dell’emergenza preospedaliera con quella intraospedaliera. A fronte di una Specializzazione in Medicina d’Urgenza che ha prodotto i suoi primi Specialisti nel 2014 ed in maniera ad oggi insufficiente a ricoprire tutti gli incarichi, proponiamo da diverso tempo che il precariato dei colleghi che esercitano incarichi di emergenza territoriale possa essere superato con il progressivo passaggio al rapporto di dipendenza, nelle more che la Specializzazione possa offrire un numero di medici sufficiente a ricoprire tutti gli incarichi disponibili.

Difficile comprendere però come l’accesso in sovrannumero, anche per i colleghi che esercitano servizi di emergenza 118, possa rappresentare la soluzione al precariato degli stessi. Tale manovra avrà la conseguenza inevitabile di aumentare in maniera scriteriata l’accesso in sovrannumero al CFSMG ancora una volta a scapito dei giovani colleghi che per vocazione hanno scelto la strada della Medicina Generale.
È ora quindi che la Medicina Generale sia riformata attuando una programmazione formativa unitaria sul tutto il territorio nazionale e che permetta attraverso l’istituzione della Specializzazione in Medicina Generale di attuare un percorso unico per l’accesso all’attribuzione degli incarichi a tempo indeterminato.

Fabrizio Salemi – Settore Formazione e Prospettive del Sindacato Medici Italiani

FONTE: quotidianosanita.it – 06.12.2018