Comunicato Stampa
PNRR: “Chiarezza sull’organizzazione delle Case di Comunità
e sul ruolo del medico di assistenza primaria”
Dichiarazione di Nicola Marini, Segretario Regionale Toscana del Sindacato Medici Italiani
Firenze, 29 giugno – “Egregio Assessore Bezzini, Le chiedo, per conto del Sindacato Medici Italiani della Toscana, di prendere gentilmente in considerazione queste proposte” così Nicola Marini, Segretario Regionale Toscana del Sindacato Medici Italiani esordisce in una lettera aperta all’assessore alla salute della regione Toscana, Bezzini, sull’organizzazione delle Case di Comunità e sul ruolo del medico di assistenza primaria.
“Lo SMI Toscana prende atto dei profondi cambiamenti che il Recovery Fund, Missione 5 e 6 intende attuare nell’organizzazione dei sistemi sociosanitari territoriali nel segno dell’inclusione, dell’assistenza “di prossimità”, dell’integrazione delle competenze professionali, dell’innovazione tecnologica della formazione degli operatori. Un progetto ambizioso, di lunga durata, che ha il suo perno nelle Case di Comunità, nell’Assistenza Domiciliare Integrata, nella telemedicina, nelle Cure Intermedie. Un contenitore importante cui però manca il contenuto!”.
“Lo SMI Toscana per prima cosa chiede alla Regione, che Lei rappresenta per la Sanità, di dare grande attenzione all’adeguatezza degli investimenti sulla Sanità territoriale e sulla loro sostenibilità nel tempo, affinché mai più il territorio sia sottofinanziato. Ne abbiamo pagato le tragiche conseguenze in questa pandemia!”.
“Lo SMI chiede alla Regione di esprimersi con chiarezza sull’organizzazione delle Case di Comunità, su chi dovrà dirigerle, sugli strumenti normativi, sulle modalità di controllo, sull’eventuale rapporto col privato, sul ruolo del medico di assistenza primaria (AP) all’interno ed in relazione con quel team multiprofessionale sociosanitario che dovrebbe attuare “la presa in carico delle persone e della collettività, garantendo la promozione e la prevenzione di benessere e salute”, come recita il “Contenuti 2 del PNRR Sanità”.
Lo SMI, infine, chiede espressamente alla Regione Toscana quali siano gli orientamenti sulla tipologia contrattuale del Medico AP e sulle relative garanzie assicurative.
“Lo SMI Toscana, su questo punto fondamentale, ribadisce la centralità del MMG di Assistenza Primaria nel Sistema della Medicina di prossimità e di conseguenza propone che la sua figura professionale sia di “Coordinatore del team multiprofessionale” non solo in quanto legalmente responsabile dei percorsi assistenziali diagnostico-terapeutici, ma anche per la sua conoscenza dei pazienti nel loro contesto globale familiare, lavorativo, sociale, esistenziale.
Su questo SMI Toscana chiede alla sua Regione di prendere in considerazione questa proposta. Sulla tipologia contrattuale del Medico AP nelle Case di Comunità lo SMI Toscana sostiene, con assoluta fermezza, che questa debba rimanere libero-professionale in rapporto di convenzione, come libera è la scelta del paziente verso il medico.
Il rapporto di fiducia che lega il medico al paziente è presidio e fondamento della nostra libertà!
Il Sindacato Medici Italiani della Toscana chiede formalmente, in tal senso, alla Regione un’esplicita e conseguente presa di posizione anche all’interno della Conferenza Stato-Regioni”.
Lo SMI Toscana chiede alla Regione certezze e garanzie per la salvaguardia ed il mantenimento degli ambulatori singoli o associati territoriali dei medici di AP, in un’ottica di integrazione organizzativa, funzionale, operativa con i team multiprofessionali delle Case di Comunità ,dell’Assistenza Domiciliare Integrata, delle Cure Intermedie, delle Centrali Operative Territoriali.
Lo SMI chiede alla Regione Toscana di dare queste certezze ed anche su questo di intervenire in tal senso presso la Conferenza Stato-Regioni.
Chiediamo certezze indispensabili per i medici, ma ancor più per i cittadini perché il nostro territorio regionale presenta vaste zone a bassa densità abitativa e la Medicina “di prossimità”, qui più che altrove, si realizza solo con quella conoscenza diretta che va oltre il domicilio e l’ambulatorio e si concretizza in tanti momenti di incontro personale e diretto nelle strade, negli eventi, nei luoghi di ritrovo civili e religiosi in cui, per il medico nei confronti del paziente, si forma non solo la conoscenza medico-clinica ma anche la sensibilità sociale, il sostegno psicologico, la interazione umana. Una “conoscenza incrementale di prossimità” secondo la definizione sociologica.
Tutto questo deve essere conservato ed integrato razionalmente con le nuove strutture del Sistema territoriale imperniato sulle Case di Comunità.
Non dobbiamo e non possiamo permetterci di disperdere questo patrimonio di umanità e di conoscenza, sacrificando tutto sull’altare degli algoritmi e della proporzione 1:15.000 o 1:25.000.
È una questione di civiltà! La nostra civiltà! Assessore Bezzini, a nome dello SMI Toscana Le chiedo cortesemente di dare un gentile riscontro a queste richieste e di presentare queste istanze alla Conferenza Stato Regioni”.
Ufficio Stampa