Comunicato Stampa
Il nigutin d’or, l’alone di magia, che avvolge la misteriosa retribuzione del medico di famiglia. Aspettavamo la giornalista di Panorama per svelare l’arcano! Cui prodest?
di Giuseppe Catania, Segretario Regionale Sicilia del Sindacato Medici Italiani (SMI)
Gentile Direttore,
In primis, l’articolo della giornalista Linda Di Benedetto è, a nostro avviso, di un’analisi molto miope, bastava innalzare un po’ la vista per osservare moltissime attività di non professionisti, non laureati, che guadagnano fior di milioni (e non di mila) euro all’anno.
In tal senso, è giusto ricordare le tappe per ottenere la convenzione di medico di famiglia: a) concorso per entrare in medicina; b) i sei anni di frequenza universitaria e il superamento delle materie; c) concorso per entrare al corso di formazione di medicina generale con i tre anni di frequenza.
Non è finita qui, la graduatoria per ottenere la convenzione. A che età inizia l’attività lavorativa del medico di medicina generale? Perché non viene riportato questo dato?
Vi sono medici, che hanno ottenuto la convenzione all’età di più di 60 anni.
La giornalista perché non ha svelato questo arcano? Quanto ammonterebbe la sua pensione a 70 anni? Ve lo dico io: è da miseria, poche centinaia di euro.
La giornalista non puntualizza (e non è interessata) che nel SSN vi è un rapporto ottimale, in cui è previsto un medico di famiglia ogni 1000 abitanti, per cui se vi è un medico con il massimale a 1500 assistiti, vi è un medico con 500 assistiti: questa è la famosa media, “il pollo di Trilussa”.
La giornalista non puntualizza (e forse non è interessata a farlo) le spese a carico del medico di famiglia: l’affitto dello studio, la segretaria, l’infermiera, la donna delle pulizie, la luce, il telefono, il computer, toner, la carta, e la benzina dell’auto per effettuare le visita a domicilio, etc etc.
La giornalista non conosce il contratto dei medici di famiglia: non sono tre ore al giorno di lavoro presso lo studio per un medico con 1500 assistiti, ma più 4 ore da aggiungere le visite a domicilio, che non sono programmate e non hanno alcuna altra retribuzione maggiorativa.
In verità io nel mio studio al giorno lavoro almeno 10 ore e La invito a verificarlo!
In Sicilia non esiste l’indennità per la reperibilità notturna e non esiste , allo stato attuale, la retribuzione di 18 euro per i tamponi per il Covid.
Passiamo al bonus per le vaccinazioni (è un fatto eccezionale) ed il pagamento è di 10 euro lordi per inoculazione nello studio del MMG, dove è compreso l’attività del medico, dell’infermiere e dell’amministrativo ed altro personale per distanziare le persone ed il consumo di luce, carta e toner (al medico resta qualche euro).
Perché non si è fatto il calcolo di quanto viene a costare una inoculazione di vaccino presso le HUB e non ha puntualizzato questo aspetto, dove viene fuori la spesa esorbitante, che differenzia una vaccinazione presso lo studio medico ed HUB?
Pertanto, si invita la cronista a rivedere questi bonus in maniera più corretta ed a non denigrare il lavoro del medico di medicina generale!
In merito al confronto della busta paga con i medici ospedalieri, è necessario soffermarsi sulla categoria.
Vi sono medici ospedalieri avvantaggiati di serie A (ginecologi, ortopedici, cardiologici, oculisti ed altri), che si tolgono l’esclusività del rapporto di lavoro e si servono dell’ospedale per portarsi l’assistito nello studio privato, guadagnando al giorno più di una mensilità del MMG.
Vi sono medici ospedalieri di serie B (anatomo patologi, medici legali, medici nucleari etc) che sono costretti all’unicità di lavoro e che soffrono come un medico di famiglia con 500 assistiti.
La giornalista doveva fare un’analisi più dettagliata e non riportare dati molto superficiali ed entrare nel mondo della sanità, fatto di molti contratti e molte discrasie, molti divieti e molte direttive, molte diversità tra regioni e regioni. In Italia non esiste la meritocrazia, che è la vera piaga nazionale.
Giuseppe Catania