Comunicato Stampa
Lombardia: i medici in formazione possono colmare le carenze dei medici nelle zone carenti.
No a nuove forme di caporalato!
Lettera all’Assessore al Welfare Letizia Moratti
Dichiarazione di Enzo Scafuro, Segretario Regionale Sindacato Medici Italiani (SMI) Lombardia
Milano 20 mag. – “L’articolo 22, comma 6, dell’Accordo Collettivo Nazionale dei medici di medicina generale definisce in maniera chiara che il medico di medicina generale può chiedere la sospensione dell’attività convenzionale per un periodo non superiore a 30 giorni lavorativi nell’arco di un anno per ristoro psico-fisico. Attualmente ai medici del triennio del corso di medicina generale viene data la possibilità in deroga di convenzionarsi con il SSR con un limite massimo di 650 pazienti” così Enzo Scafuro, Segretario Regionale del Sindacato Medici Italiani (SMI) Lombardia rende pubblica una lettera inviata all’Assessore al Welfare della Lombardia, Letizia Moratti.
“Il DM 71 del 30 marzo 2022 prevede assunzioni d’incarichi ai tirocinanti in zone carenti fino ad un massimo di 1000 assistiti. La Regione Veneto, invece, ha approvato recentemente una legge regionale che porta le scelte revoche a 1200 il massimale degli assistiti per i medici in formazione con incarichi temporanei”.
“È paradossale che si mortifichino i medici in formazione, in un momento di carenza di medici di assistenza primaria, dovuto ad errori di programmazione che non hanno determinato un ricambio generazionale, in contemporanea alla grave emergenza pandemica che ha sottoposto i medici del territorio a processi di stress psicofisici (sindrome di burn out) a tal punto da incentivare pensionamenti anticipati”.
“La soluzione trovata, secondo le dichiarazioni pubbliche dell’agenzia Polis, l’istituto regionale per la formazione dei medici di medicina di base per la formazione, è quella d’impedire ai medici corsisti di sostituire, con un rapporto libero professionale, i medici di assistenza primaria in ferie o in malattia o gravidanza o infortunio, quando i medici corsisti comunque già operano sul territorio”.
“Per queste ragioni ribadiamo che occorre la copertura di zone carenti con incarichi provvisori di sostituzione in base al decreto ministeriale marzo 2006 e del decreto legge 17 marzo 2020. Riteniamo, inoltre, paradossale che tale sostituzione potrebbe essere effettuata, così come da dichiarazioni pubbliche, solo se in regime di gratuità. Ci chiediamo se questa sia educazione alla legalità o spinta al caporalato!”.
“La temporaneità degli incarichi in convenzione può quindi valere a maggior ragione, qualora ci fosse ancora qualche dubbio, anche con incarichi temporanei libero professionali nel periodo di sostituzione ai medici di assistenza primaria.
Chiediamo l’intervento dell’Assessore Moratti affinché faccia chiarezza in merito ed una eventuale deroga di queste norme obsolete”.
“Auspichiamo, invece, che siano scongiurate ulteriori interruzioni di assistenza ai cittadini lombardi. Questo nell’ottica di uno spirito di collaborazione e di ascolto tra le parti augurandoci che la Regione Lombardia presti un maggiore interesse verso il personale sanitario senza il quale qualsiasi struttura, anche quelle nuove programmate come Case di Comunità, è destinata all’oblio” conclude.
In allegato QUI la lettera inviata.
Ufficio Stampa