Comunicato Stampa – dalcongresso_onotri

Comunicato Stampa
V Congresso Nazionale SMI: “Il nuovo Governo riapra il confronto con le rappresentanze dei medici!”
Dichiarazione di Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato Medici italiani (SMI)

Roma, 8 ott.- “Occorre rimettere mano, con un nuovo patto sociale, al rapporto medico – paziente, al rafforzamento della medicina territoriale e di quella ospedaliera, ad una più forte integrazione socio sanitaria, alla necessità di difendere il carattere pubblico e universale del nostro SSN dinnanzi ad una sempre più incalzante iniziativa privata che tende a sottrarre servizi alle persone e pazienti al settore pubblico. Serve lavorare all’istituzione di una scuola di specializzazione per la medicina generale, allo stesso tempo vi è la necessità di una maggiore tutela della salute dei medici e dei sanitari e segnalare, come abbiamo già fatto al Ministro della Salute, la necessità di politiche attive per le pari opportunità in sanità” è quello che afferma Pina Onotri, Segretario Generale dello SMI nella sua relazione al V congresso nazionale dello SMI che si svolge a Tivoli.
“Chiediamo che si adottino tutte le iniziative per recuperare e valorizzare il ruolo del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta nell’ambito della riorganizzazione territoriale, assicurando agli stessi la centralità dell’assistenza territoriale, nell’ottica di un lavoro di equipe con le altre figure dell’assistenza sanitaria, socio sanitaria e sociale, anche nell’ambito delle case di comunità”.
“Occorrono misure per intervenire sulla modifica del Titolo V della costituzione ha portato alla nascita di 21 sistemi sanitari regionali diversi, alcuni efficienti ed altri disastrati, ma egualmente tutti al collasso nel fronteggiare la pandemia e se qualcosa di utile ed efficace è stato fatto è solo grazie all’intervento ed al coordinamento del governo centrale. Conseguenza diretta del federalismo è il turismo sanitario, per questo dobbiamo far di tutto affinché ogni cittadino si curi nella propria regione. Per queste ragioni siamo contrari all’autonomia differenziata.
“La pandemia ha acuito le deficienze strutturali del nostro SSN, con particolari criticità sono state riscontrate nel sistema ospedaliero con medici che hanno fatto turni anche di 24 ore di seguito a causa della carenza di personale ed in piena pandemia sono state, di fatto, abolite le specificità. La carenza di medici non è una novità; già i dati del conto annuale del Tesoro del 2019 certificavano che il 2,9% dei medici ospedalieri aveva deciso di dare le dimissioni, di licenziarsi dal posto il lavoro pubblico prima di andare in pensione. Il sistema di emergenza/urgenza, inoltre, già in profonda crisi d’identità, è stato messo in ginocchio dalla pandemia. Siamo convinti che senza un’emergenza urgenza efficace, senza un servizio di pronto soccorso strutturato e all’altezza delle reali necessità, non possa esistere un efficiente Servizio sanitario nazionale.
Lo sanno i cittadini che ormai i medici a bordo delle ambulanze sono merce rara?
Lo sanno che un medico a bordo fa la differenza tra la vita e la morte?
Lo sanno che i pochi in servizio sono sottoposti a turni massacranti senza pause di riposo e se si è stanchi l’errore è dietro l’angolo?
Lo sanno i cittadini che le postazioni di guardia medica sono chiuse o accorpate per mancanza di personale, e chi lavora lo fa spesso in condizioni di rischio?
Lo sanno i nostri governanti che tre milioni di italiani sono senza medico di famiglia perché chi può fugge ed i giovani si guardano bene dallo scegliere la medicina di famiglia come professione? Il nuovo Governo apra il confronto con le rappresentanze dei medici!”.

Esponenti della politica, delle organizzazioni sindacali, delle professioni sono intervenute all’assise di Tivoli dello SMI.
È intervenuto nel congresso Antonio Magi, Presidente dell’Ordine dei medici di Roma che si è soffermato sulle possibili criticità delle case di comunità in merito al ruolo dei medici di medicina generale.
Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale ANAAO, intervenendo nel dibattito ha affermato che il Ministero della Salute è stato commissariato dal MEF, poiché il Nadef 2022 (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) riduce di 10 miliardi gli investimenti in sanità. L’Italia, in questo modo, risulta essere penultima a livello mondiale per rapporto tra Pil e spese per la sanità. Occorre intervenire per invertire la rotta dicendo basta alle politiche dei tagli delle risorse per la sanità anche promuovendo l’unità dei sindacati della categoria e puntando su un modello integrato di sanità.
Andrea Filippi, Segretario Nazionale Fp Cgil Medici, ha auspicato una collaborazione sempre più stretta nelle vertenze tra la CGIL e lo SMI e che si punti ad un rilancio del SSN. Bisogna dire basta con le divisioni tra i professionisti medici, occorre avere un approccio multiprofessionale ai temi della salute. Abbiamo bisogno, continua Filippi, di rilanciare il ruolo dei sindacati con una distinzione tra le funzioni dell’attività degli ordini professionali e quella dei sindacati.
Mauro Mazzoni, Segretario del SIMET, Sindacato Italiano Medici del Territorio, intervenendo nel dibattito ha affermato che bisogna continuare nella lotta per le tutele del personale medico e frenare la spinta alla privatizzazione della sanità.
È intervenuta, infine, nella discussione congressuale Lucia Parchitelli, Consigliere Regionale del Partito Democratico della Puglia che ha sostenuto la necessità di cogliere le nuove sfide per soddisfare i bisogni di salute a partire da una riduzione dell’inappropriata ospedalizzazione dei pazienti. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non si deve ridurre solo ad investimenti per l’edilizia sanitaria ma riuscire a valorizzare i medici del territorio.

Ufficio Stampa