Comunicato Stampa
Medicina Generale: “Le Case di Comunità non sono la risoluzione della crisi dei medici di famiglia!
Anche Fimmg se n’è finalmente accorta!”
Dichiarazione di Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato Medici Italiani (SMI)
Roma, 30 nov.- “Non siamo d’accordo, con quanto afferma oggi, in una intervista ad uno dei maggiori quotidiani italiani, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci in merito alla valutazione della quantità di finanziamenti della legge di bilancio previsti per la sanità. Non è previsto nessuno stanziamento per i medici di medicina generale, e medici dirigenti in generale, ma solo per i medici del pronto soccorso!” così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani.
“Per di più, preoccupa molto la riforma che prevede l’istituzione delle Case di Comunità. Abbiamo il timore che si voglia far fronte alla carenza dei medici di famiglia spostandoli da una parte all’altra del territorio: in questo senso siamo concordi con le perplessità dell’On. Le Gemmato e finalmente, dopo mesi, anche Fimmg viene sulle nostre posizioni. Chiediamo un ripensamento in toto del D.M. 77 che riorganizza la medicina territoriale. Basta con le inaugurazioni di cattedrali nel deserto fatte sulla pelle dei cittadini e dei medici!”.
“A questo si aggiunge la lenta ma inesorabile diminuzione degli stipendi dei medici di medicina generale che si è verificata dal mese di ottobre di questo anno, come da noi previsto e pubblicizzato nella campagna informativa NO ACN”.
“La riduzione complessiva dello stipendio è evidente in quanto è diminuita la quota fissa stipendiale ed aumentata la quota variabile nella piena disponibilità delle regioni. Accordo collettivo nazionale vergognoso, già scaduto, siglato dopo 2 anni di pandemia, senza tener conto dell’immane sforzo fatto dai medici di medicina generale e che abbiamo siglato per ultimi, apponendo una firma tecnica, al sol fine di non rimanere esclusi dai tavoli delle trattative decentrate regionali”.
“Vorremmo che su questo Fimmg, che ha fortemente sponsorizzato l’accordo, facesse la dovuta riflessione e adoperasse maggiori cautele quando si tratta di decidere del lavoro dei medici. La misura è colma: la burocrazia insostenibile, (vedi l’obbligo delle procedure informatiche imposte dalla Nota 100 di AIFA) insieme all’aumento dei costi di gestione dell’attività porteranno ad un ulteriore esodo dei professionisti dal territorio” conclude.
Ufficio Stampa