Comunicato Stampa
I RAO e le liste d’attesa “Irrispettose della professionalità medica e dannose per la salute dei pazienti”
Dichiarazione di Liliana Lora, Segretario Regionale Veneto Sindacato Medici Italiani (SMI)
Venezia, 10 genn. – “Con una delibera regionale (la DGR 1562 del 6.12.22) sono stati istituiti, a partire dall’inizio del mese, i RAO, Raggruppamenti di Attesa Omogenei, che costituiscono griglie di scelta preordinate per le tempistiche dello svolgimento delle indagini diagnostiche prescritte dai medici. Un algoritmo informatico, messo in uso dalla Regione, deciderà se la priorità segnata dal medico sull’impegnativa risulti o meno appropriata. Conosce la Regione che la priorità espressa sulle richieste di indagini fa parte dell’atto medico in sé e non può essere guidata e compressa in un algoritmo, perché esprime la valutazione del professionista, basata su criteri clinici, sulla necessità della tempistica di esecuzione di quella precisa indagine per quel paziente specifico?” così Liana Lora, Segretario Regionale Veneto, Sindacato Medici Italiani sulla delibera regionale che stabilisce l’entrata in vigore dei Raggruppamenti di Attesa Omogenei (RAO).
“La nostra è una professione e non può essere ridotta ad esecuzione di procedure dettate da esigenze amministrative. La salute non è un bene cedibile. È ormai evidenza incontrovertibile che le liste d’attesa obbligano parte dei cittadini ad eseguire accertamenti in via privata, data la mancanza di rispetto delle priorità chieste dal medico”.
“I RAO, introdotti dalla Regione Veneto, non sono lo strumento per garantire la riduzione delle liste d’attesa. Sono solo la dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, della mancanza di rispetto nei confronti di professionisti che si assumono la responsabilità di decidere quale sia la necessità del loro assistito.
È in atto da tempo il tentativo di ridurre il medico ad impiegato della Regione attraverso una medicina “amministrata” che tramite vincoli e procedure snatura l’essenza stessa della medicina.
I medici non hanno bisogno di aiuto per decidere quando si debba espletare un’indagine per un determinato paziente, lo sanno, perché sono medici, hanno invece bisogno di avere la certezza che quel cittadino-paziente possa ricevere l’indagine di cui necessita nei tempi che sono necessari. Questo è compito di chi amministra.
I RAO, nella mente della regione, servono a questo? Nell’interpretazione del medico sicuramente no”.
Ufficio Stampa