Lettera Aperta per il Sovraffollamento dei Pronto Soccorso

Lettera Aperta per il Sovraffollamento dei Pronto Soccorso
Al Dr. Luigi Caterino – Direttore Sanitario ASL Napoli 3 Sud

Egregio Direttore,
Leggo con meraviglia la Vostra “circolare” del 21 gennaio, oggi pervenuta ai Medici di Medicina Generale di Attività Primaria, sul sovraffollamento dei Pronto Soccorso.

Concordo pienamente con l’incipit della Sua missiva quando ricorda che il problema è annoso e plurifattoriale, legato a ciclicità epidemiche, alla necessità di una strutturale riconversione dei servizi territoriali e ospedalieri e alla maggiore collaborazione con tutti i Medici del Territorio.

Non concordo, anzi sono completamente in disaccordo, con la seconda parte che sembra addossare tutte le colpe di tale sovraffollamento alle difficoltà, vere o presunte, di raggiungere il proprio Medico di Medicina Generale che mi piace ancora chiamare romanticamente Medico di Famiglia.

Lei riferisce di aver effettuato un sopralluogo in un Pronto Soccorso di Venerdì pomeriggio alle ore 17 e che “In tale occasione nella sala d’attesa erano presenti alcuni pazienti che riferivano di essersi recati in Pronto Soccorso in quanto non in grado di raggiungere telefonicamente il proprio Medico curante (uno lamentava lombalgia, due dolori addominali, uno stipsi non responsiva alla terapia praticata, uno rialzo della pressione arteriosa etc).”

Lei, che nella Sua lunga e stimata carriera è stato anche un Medico di Famiglia (mi consenta ancora questo termine) ricorderà benissimo come siano tante le variabili in gioco, tutte non addossabili al Medico di Famiglia.

L’accesso improprio ai Pronto Soccorso, come ricorderà, è legato a motivazioni diverse da quelle da Lei esposte. E’ certamente più facile e comodo accedere ad un Pronto Soccorso by-passando il proprio Medico di Famiglia quando, così facendo, è possibile, in tanti casi, ricevere un’altrettanta ottima assistenza completa di accertamenti rapidi e gratuiti by-passando liste di attesa ed onerosi ticket.

D’altronde, basta che il codice di accesso al Pronto Soccorso non sia bianco e pure il ticket su questa prestazione sarà evitato.

Lei, sulla scorta di quanto avrebbe ascoltato dai Pazienti intervistati, ci ricorda che dobbiamo essere presenti nei nostri Studi Professionali (non ambulatori Medici) per 5 giorni alla settimana per 15 ore complessive. Mi verrebbe voglia di risponderLe: “Magari!”.

Come Lei sa, già normalmente e maggiormente in questi periodi di maggiore patologia, soprattutto influenzale, noi siamo presenti nei nostri Studi per molte più ore di quanto previsto! E non considerando tutto il resto del nostro lavoro giornaliero passato tra Visite Domiciliari, Visite periodiche per anziani fragili, Consulti con Specialisti, etc. e la sempre più gravosa burocrazia che toglie sempre più spazio ad una Professione che dovrebbe essere basata fondamentalmente sulla Clinica. Da romantico ripeto ancora “in Scienza e Coscienza”. 


E assicuriamo una possibilità di essere contattati (non reperibilità 24 ore su 24, come ricorderà) la più diversificata possibile. Oggi nell’era social, come saprà, oltre che presso il nostro Studio, siamo contattabili continuamente tramite telefonia mobile e financo social media. Personalmente ricevo regolarmente le richieste più varie tramite servizi come WhatsApp.

E’ facile accusare la Medicina di Famiglia come causa principale del sovraffollamento dei Pronto Soccorso non filtrando adeguatamente tali casi e non garantendo una “copertura oraria” del territorio.

A latere della Sua rapida ricerca vorrei ricordarLe uno studio veneto del 2008 [Rocco 2008] in cui soltanto il 4.5% di pazienti non urgenti veniva inviato al Pronto Soccorso da un Medico; il 13.2% dichiarava di non avere affatto un Medico di Famiglia e nel 64.2% degli accessi il Medico di Famiglia non era neanche stato cercato. L’indisponibilità oraria del Medico di Famiglia sarebbe stata la causa di accesso in Pronto Soccorso in meno del 6% dei casi. Ancora, l’insoddisfazione della diagnosi fatta dal Curante, con necessità di un ”secondo parere”, era dichiarata soltanto nel 6.8% dei casi.

Testimonia un quadro simile anche un’analisi, sempre del 2008, condotta dall’Ordine dei Medici di Bergamo [Commissione Pronto Soccorso, Bergamo 2008]: ben il 78% dei pazienti giungeva in area di emergenza per decisione propria e soltanto il 22% vi veniva inviato dal Medico di Famiglia o dalla “Guardia Medica”.

Ancora, un altro studio più recente [Roberto Lupo ed altri del 2018] ricorda che il 63.7% dei Pazienti non consulta il proprio Medico prima di recarsi al Pronto Soccorso e che l’11.7% non ne conosce neanche gli orari di Studio e il 32% non sa se il proprio Medico lavori da solo o in Associazione con altri Medici. Quasi la metà degli intervistati, il 41.4%, non conosceva l’indirizzo della “Guardia Medica“, mentre il 47.5% del campione considerava il Pronto Soccorso come l’unico luogo idoneo a risolvere il suo problema.

La prossima volta, piuttosto che sparare nel mucchio, Le suggerisco di chiedere meglio agli intervistati quale fosse il Medico di Famiglia che, a dir loro, non avrebbe rispettato i suoi obblighi di contattabilità. 

Il Sindacato Medici Italiani sarà il primo a schierarsi, insieme a Lei, contro eventuali Colleghi indegni della loro Professione, ma se, invece, Lei appurasse la non veridicità di quanto inizialmente affermato dagli intervistati e che, magari, abbiano celato motivazioni come quelle su esposte sull’evitare lunghe liste di attesa per esami e costosi ticket, sono sicuro che saprà difendere con tutti i mezzi l’onorabilità dell’intera categoria Medica.

I problemi del sovraffollamento dei Pronto Soccorso, come ricordato, sono ben altri! Certamente una migliore organizzazione Territoriale è essenziale. Così come un più corretto Triage (prima valutazione, instradamento della domanda) all’arrivo in Pronto Soccorso. Pronto Soccorso che
devono, ormai, affrontare Pazienti sempre più anziani, come la nostra popolazione, con pluripatologie che richiedono inquadramenti sempre più pluridisciplinari.

Ma ciò che veramente sarebbe necessario è il Fascicolo Sanitario Personale! Tutte le notizie sanitarie del Paziente devono (compatibilmente con la privacy) essere in rete e disponibili per tutti gli attori della Pubblica Sanità. E’ essenziale che chiunque assista un mio Paziente debba conoscere le sue problematiche sanitarie, debba sapere se sia già stato in osservazione per quel problema presso il mio Studio o presso un altro Professionista o Struttura Pubblica, se abbia già effettuato accertamenti per il suo problema, evitando così la ripetizione di esami già effettuati, etc. con innegabili risparmi di tempo e di risorse economiche! E deve essere potenziato il Servizio di Continuità Assistenziale, quella che, impropriamente, si chiamava “Guardia Medica”.

Questo Servizio, spesso carente di organico, è rimasto fermo come modello organizzativo e dotazioni strumentali a quarant’anni fa con una realtà sociale, demografica e socio-assistenziale completamente diversa. La Continuità Assistenziale di notte, nei giorni festivi e, parzialmente, nei prefestivi dev’essere in prima linea! A questo proposito, al contrario, girano voci su un suo ridimensionamento. Addirittura si parla di chiudere e di affidare il Servizio dalla mezzanotte alle 8 del mattino unicamente al Servizio del 118 che già è ingolfato di suo! Assurdo!

E va affrontato correttamente anche il problema delle liste d’attesa per visite ed esami! Cercando un percorso diagnostico pianificato, soprattutto per le patologie croniche. E sarebbe corretto far sì che il Paziente quando esca dallo studio del Medico di Famiglia o dall’ambulatorio dello Specialista Territoriale o, anche, dimesso dal Pronto Soccorso, già sappia dove e quando potrà ottenere la prestazione di cui ha bisogno.

Salutandola distintamente, Le ricordo che i Medici di Famiglia saranno, come sempre, ben lieti di collaborare con Lei e con tutte le Strutture Territoriali per il migliore funzionamento della Sanità Pubblica.

Castellamare di Stabia, 27.01.2019

Dott. Raffaele D’Arco – Segretario Aziendale ASL Napoli 3 Sud

SMI – Sindacato Medici Italiani