Comunicato Stampa:
Nella Regione Marche continua la carenza endemica dei medici dell’emergenza territoriale
I medici del 118 non possono essere pagati a prestazioni
Santina Catanese, Responsabile Marche Medici 118 del Sindacato Medici Italiani
Ancona 8 ott. – Gentile Direttore, il rischio della de-medicalizzazione forzata dell’emergenza extraospedaliera in tutta la Regione Marche è alle porte. In quasi tutte le postazioni di 118 della Regione a fronte di un fabbisogno di un organico pari a 5,5 unità/postazione, il numero medio attuale di unità presenti è di 4/3.5 medici.
Alcune postazioni hanno solo 3 medici e devono garantire una copertura H24 del territorio. La postazione territoriale dell’emergenza sanitaria (Potes) di Cagli e quella di Urbino, come pure quella di Arcevia, sono di fatto sotto organico. Arcevia, sebbene la delibera regionale preveda una medicalizzazione H 24 (DGR 22 febbraio N° 139) è quasi del tutto priva di medici 118 propri e viene coperta parzialmente da anni dai medici della postazione di Senigallia, sotto-organico anche quest’ultima come altre postazioni della Regione.
A nulla sono valse le proteste dei sindaci dei comuni marchigiani che oltre a trovarsi con i piccoli ospedali chiusi, si ritrovano anche senza medici sulle ambulanze.
Molti medici stanno svolgendo un numero di ore fuori da qualsiasi logica lavorativa, arrivando ad oltre le 204 ore mensili, alle quali si aggiungono anche pratiche contrattualmente inaccettabili in alcune realtà sanitarie regionali.
Vogliamo parlare ad esempio dell’Area Vasta 1 che considera le ore di ferie in busta paga conteggiate a parte per i suoi medici 118, come se le ferie non fossero orario maturato?
È come se per questi medici non fosse riconosciuto il diritto al riposo, garantito dalla Costituzione italiana a tutti i lavoratori, per non parlare dei contenziosi assicurativi che ciò potrebbe comportare.
I medici 118 convenzionati operano come i colleghi dipendenti del 118, affrontano gli stessi rischi professionali, corrono gli stessi pericoli in termini di sicurezza personale ma non hanno gli stessi diritti, le stesse coperture previdenziali, assicurative, le stesse tutele. Non si comprende come anche la Corte Suprema di Ancona (sentenza n.229/2019) consideri i medici convenzionati del 118 dei parasubordinati, ai quali non vanno applicati i diritti tipici dei lavoratori dipendenti perché’ assimilati ai lavoratori autonomi.
E ci chiediamo ancora perché i Medici 118 se ne vanno via dal Servizio 118 e non c’è turn-over?
Da anni chiediamo per tutti i medici 118 operanti nel sistema un contratto unico: la dirigenza Medica.
I medici del 118 sono rimasti amareggiati e delusi dalla giurisprudenza regionale, che non è stata in grado di capire la reale sostanza delle loro richieste. Stesso discorso vale per quanto riguarda le determina ASUR e in particolare la 08/05/2019 numero 245 che considera questi medici alla stregua di “manovalanza tappabuchi”, monetizzando le loro prestazioni nei pronto soccorso, pagandoli a 10 euro per paziente trattato e chiuso, impegnandoli nella gestione dei PPI/PAT, gestendo le criticità ospedaliere con risorse territoriali, non riconoscendo né valorizzando la grande professionalità, disponibilità e senso di responsabilità che questi medici hanno dimostrato non da qualche giorno ma negli ultimi 20 anni con il loro incessante e spesso “silenzioso” lavoro a tutela della salute dei cittadini marchigiani.
E, come se non bastasse alcune aree vaste della Regione stanno proponendo ai medici 118 convenzionati dei “contratti” a sottoscrizione personale tra medico ed azienda, facendosi, riteniamo, beffa del contratto di convenzione e degli accordi sindacali, delegittimando l’attività sindacale. Ne è un esempio l’”accordo” dell’Area Vasta 3 della Regione presentato il 29 settembre scorso in violazione di tutte le procedure previste in tema di contrattazione sindacale, a dispetto delle richieste formulate dai rappresentanti sindacali ed addirittura della loro presenza.
Non solo prevedendo in tale accordo applicazione in tema di compenso, di tariffe fuori da ogni logica contrattuale, con una diminuzione del compenso a parità di prestazione.
E qualcuno ha il coraggio di non capire ancora perché i medici 118, dopo tanti anni in cui hanno stretto i denti per rispondere alle criticità ed al bisogno di salute del territorio marchigiano, di fronte ad una indifferenza decennale dell’ASUR a risolvere le criticità strutturali ed organizzative presentate da questi medici se ne stanno andando in altri settori ed in altre Regioni?
Così senza il giusto riconoscimento ed ulteriori tutele i medici si spostano verso attività lavorative più remunerative, meno rischiose e con contratti migliori. Da ultimo, per la carenza di personale medico nei pronto soccorso la Regione Marche ha indetto un concorso nel ruolo della dirigenza a tempo determinato per medici senza specializzazione alcuna ma con solo con tre anni di attività nei servizi dell’emergenza extraospedaliera. Parecchi giovani medici hanno lasciato il servizio 118 per spostarsi a lavorare nei pronto soccorso con un contratto che offre loro quelle tutele che non avrebbero mai ottenuto continuando a lavorare nel servizio 118.
In pratica il medico, anche senza la specializzazione in medicina d’emergenza-urgenza e/o equipollenze, purché lavori nei pronto soccorso ha diritto ad un contratto a tempo determinato nella dirigenza con le relative giuste tutele, ma se sceglie di rimanere nel 118 si deve accontentare del contratto della convenzione!!!
Il rischio che i cittadini marchigiani si ritrovino senza medico sulle ambulanze è molto alto, così non solo è potenzialmente compromessa l’assistenza sanitaria avanzata sul territorio ma anche la funzionalità delle reti cliniche tempo dipendenti (ovvero la rete dell’ictus, quella dell’infarto miocardico, del trauma grave) perché senza medico sulle ambulanze non potranno essere realizzate.
Non è che l’ASUR, ci chiediamo, cercando di mettere da parte i sindacati ed in particolare quello maggiormente rappresentativo dell’emergenza 118 convenzionata nella nostra Regione, ovvero lo SMI, e chiamando in causa i singoli medici a sottoscrivere “contratti con caratteristiche libero-professionali e deresponsabilizzanti l’ASUR sotto il profilo assicurativo” sta andando verso la privatizzazione del sistema 118?
Più volte il Sindacato Medici Italiani ha lanciato l’allarme, anche nelle recenti audizioni in Commissione Sanità, ma la Giunta Regionale risulta assente, incapace di dare una risposta adeguata non proponendo nulla per la riorganizzazione del servizio 118. in termini di efficienza e di efficacia.
I medici del 118 sono stufi di un contratto della convenzione che non ha senso perché tipico della medicina generale ma inadatto per l’emergenza urgenza; sono stufi di essere presi in giro dai vari direttori di zona, nonché dai direttori generali ASUR che hanno perseguito esclusivamente in questi anni una politica di tagli alla sanità regionale magari incassando anche qualche premio per i tagli di budget operati ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti….
Se la Regione Marche volesse “salvare il medico che salva vite”, volti pagina e dia inizio ad una nuova fase, quella del medico unico dell’emergenza urgenza e le Aree vaste dell’ASUR cessino di proporre accordi ai singoli medici, perseguendo una condotta antisindacale inaccettabile e distruggendo il sistema di emergenza pubblico aprendo di fatto la strada alla privatizzazione dello stesso.
I Medici 118 dicono NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DEL SISTEMA DELL’EMERGENZA-118, DICONO NO AL SISTEMA DELLE COOPERATIVE e con noi siamo sicuri lo faranno i cittadini marchigiani che chiedono insieme a noi una sanità migliore che dia risposte concrete ai loro bisogni di salute in particolare nelle situazioni di emergenza urgenza sul territorio marchigiano.
Lo SMI continua la sua battaglia a fianco dei Medici dell’Emergenza Urgenza per tutelare il loro lavoro e farà di tutto affinché venga garantito a tutti nelle Marche un sistema di emergenza di qualità, efficiente, uniforme su tutto il territorio Marchigiano che sappia rispondere prontamente ai bisogni di salute del cittadino che si trovi in condizioni di emergenza-urgenza.
L’Ufficio Stampa SMI