Comunicato Stampa – lettera aperta presidente INPS

Comunicato Stampa:
Lettera Aperta al Presidente dell’INPS Pasquale Tridico 

di Piera Mattioli
Responsabile Nazionale Settore dei Medici Fiscali Inps 
del Sindacato Medici Italiani (SMI)

Roma, 10 marzo 2020 

Gentile Presidente

dell’INPS, Pasquale Tridico, 
Le scrivo riguardo l’emergenza Coronavirus e la correlazione con la nostra “particolare” attività di medico di controllo.
Il 27 scorso febbraio siamo stati ricevuti dal Presidente dell’Enpam Dott. Oliveti e abbiamo alla fine convenuto di prevedere delle disposizioni che sono state emanate e di cui riporto di seguito ciò che ci riguarda.
I medici fiscali che svolgono esclusivamente la libera professione e che operavano nella zona rossa riceveranno un sussidio sostitutivo del reddito come previsto nei casi di calamità naturale. Il diritto al sussidio scatterà anche al di fuori del perimetro della zona rossa per i medici fiscali posti in quarantena dall’autorità sanitaria.
Sembrerebbe, invece, rientrata la criticità legata alla sospensione dell’attività lavorativa. L’Inps, infatti, con un circolare del 28 febbraio ha disposto la ripresa delle visite fiscali nelle aree dove erano state momentaneamente sospese, ad eccezione delle località della zona rossa.
È vero che molti di noi non lavorano nella zona rossa; è, anche, vero che è stata prevista la ripresa delle visite fiscali in diverse sedi; molti dirigenti hanno preso a mio avviso giustamente, iniziative su direttive nazionali per proteggere il proprio personale.
A livello nazionale, il responsabile nazionale del Coordinamento Generale Medico Legale Inps, dott. Migliorini, invia il seguente messaggio ai centri medici legali “Facendo seguito alla comunicazione del 2 marzo u.s., in caso di visite domiciliari improcrastinabili si raccomanda di contattare telefonicamente il cittadino prima dell’accesso al fine di acquisire informazioni circa eventuali elementi di rischio, per valutare l’opportunità di rimandare ad altra data l’accertamento diretto.”
Stessa condivisibile iniziativa si osserva a livello regionale, come nelle Marche in cui lavoro, le cui sedi Inps sono state chiuse al pubblico con le seguenti giuste, motivazioni: “Considerati i potenziali rischi connessi alla diffusione del covid-19 visto il Decreto del Presidente del Consiglio da poco emanato, che disciplina i comportamenti sociali e le corrispondenti azioni che le strutture pubbliche e private sono chiamate ad adottare .al fine di evitare la esponenziale diffusione del virus…..in considerazione delle linee guida emanate dal medico competente verificata ,tra l’altro, la mancanza delle attrezzature di protezione necessarie per gli operatori in contatto con il pubblico…si dispone la sospensione di tutte le attività di sportello/consulenza delle strutture della direzione regionale marche da domani 5 marzo 2020 fino al 15 marzo 2020 .Saranno sospese tutte le visite dei rispettivi Centri Medico legali interessati” (Inps Hermes 04/03/2020 0000938). 
Per altre categorie mediche a rischio sul sito del Ministero della Salute leggiamo il 22 febbraio: “La protezione civile invita a recarsi nei pronto soccorso o nelle strutture sanitarie e a chiamare i numeri di emergenza soltanto se strettamente necessario. La collaborazione dei cittadini è fondamentale per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Al riguardo anche i medici di famiglia stanno aumentando la propria disponibilità telefonica. Per evitare che si possano moltiplicare le occasioni di contagio riteniamo sia doveroso per i colleghi della medicina generale aumentare la disponibilità telefonica ai pazienti che presentano sintomi influenzali così da evitare il più possibile che questi stessi pazienti debbano recarsi personalmente presso gli studi sul territorio o nei servizi sanitari come PS e Continuità Assistenziale”. L’obiettivo è chiaramente quello di ridurre al minimo le occasioni di contatto tra pazienti che presentano sintomi compatibili con un sospetto di una affezione respiratoria di probabile origine virale suggestiva per Covid-19 da Coronavirus e altri pazienti.
A tutti i medici della medicina generale verrà fornita in queste ore una scheda di triage telefonico da utilizzare per porre ai pazienti, sospetti di un contagio da Covid-19, domande con le quali fare una prima diagnosi. Sarà sempre il medico di famiglia a consigliare ogni ulteriore step da seguire. 
Vanno tutelati tutti gli operatori sanitari in qualunque ambito si trovino ad operare e fra questi comunque anche i medici fiscali, forse, a mio avviso quelli, attualmente più a rischio di contrarre il virus e quelli più a rischio di diffonderlo e spiego il perché.
I medici di famiglia conoscono i pazienti, i loro familiari, li chiamano, li “interrogano”, autorizzati e se lo ritengono danno consigli o per telefono o si attrezzano per andarli a visitare.
I colleghi dirigenti dei Centri Medici Legali Inps (CML) e i colleghi medici esterni telefonano, autorizzati ai pazienti prima di andarli a visitare a domicilio.
Il Coordinamento Generale Medico Legale Inps, anche per noi medici fiscali di recente ha ritenuto opportuno fornire raccomandazioni comportamentali ai fini della prevenzione della diffusione virale alcune indicazioni al fine di agevolare l’attività di ogni medico fiscale INPS proponendo un protocollo operativo per la gestione delle VMC domiciliari che sarà valutato nel tempo in base all’evoluzione epidemiologica dell’emergenza.
Il comportamento preliminare all’esterno del domicilio prevede: Il medico di controllo, prestando la dovuta attenzione alla necessità del rispetto delle norme sulla privacy, effettuerà, ancor prima di accedere all’interno dell’abitazione del lavoratore, un triage anamnestico con funzione di screening, utilizzando, se presente, il citofono o in alternativa il contatto telefonico fisso fornito dal paziente in quel momento o ancora la comunicazione vocale a distanza di sicurezza (almeno 2 metri).
Verranno poste le seguenti domande:

  • Lei o qualcuno nella sua abitazione risulta in quarantena?
  • Lei o qualcuno nella sua abitazione ha avuto contatti (negli ultimi 14 gg) con persone affette da coronavirus (COVID 19) o sospette tali?
  • Lei o qualcuno nella sua abitazione manifesta sintomi tra cui tosse, febbre, o difficoltà respiratorie?

Il controllo medico domiciliare prevede:

  • nel caso di risposte negative da parte del lavoratore, per cui sono escluse le situazioni sopra indicate, il medico fiscale può procedere all’espletamento della visita di controllo come di consueto, raccomandando di osservare le norme igienico comportamentali (ex plurimis circolare Ministero Salute 3190 del 3.2.2020):
  • Nel caso invece di risposta positiva alle domande poste in fase di triage per le situazioni sopra menzionate, il medico fiscale non procede all’effettuazione della visita di controllo e conclude secondo questa operatività: chiusura verbale con un esito B “accesso” – non predisporre invito a VMCA, indicando “impossibilità a lasciare invito”

Gent.le Presidente queste indicazioni in linea di massima potrebbero essere accettabili se non fosse che ci viene consigliato di effettuare il triage attraverso il citofono del pianerottolo. Le chiedo gentilmente se si può sostare davanti ad un citofono e rivolgere domande private a dei privati cittadini? È ammissibile fare il triage attraverso il citofono? Sono rispettate le norme sulla privacy?
Ci viene consigliato giustamente di osservare le seguenti norme igienico comportamentali, di detergerci accuratamente le mani con soluzione disinfettane. Dovremmo essere dotati dei dispositivi di sicurezza (mascherine etc.) che, anche volontariamente, sono ormai impossibili da reperire, non le reperiamo neanche volessimo comprarle.
Chiediamo quindi chi deve rifornirci dei presidi di sicurezza?
Le sedi Inps delle Marche sono chiuse al pubblico per la mancanza delle attrezzature di protezione necessarie per gli operatori in contatto con il pubblico. Che si può fare Presidente?
Possiamo conoscere le diagnosi prima di giungere a casa del paziente?
Possiamo essere dotati dall’INPS dei dispositivi di sicurezza, visto che sono introvabili in commercio?
Nel caso la diffusione diventasse “importante”, si potrebbe prevedere una sospensione totale dall’effettuare le visite?
Se la risposta fosse affermativa, che tutele potrebbero essere previste per noi oltre quelle previste dall’Enpam?
Non vorrei approfittare di questa “difficile” situazione per ribadire che forse sarebbe il caso di riprendere il tavolo di trattativa per la stipula della convenzione, che si è interrotto il 26 novembre e che forse oggi avrebbe reso meno “debole” la nostra categoria medica; ma visto che la convenzione non è stata stipulata, non per Sua responsabilità, oggi il governo ha stanziato più di 7 miliardi per aiutare le imprese e le famiglie.
Anche noi siamo madri e padri di famiglia!
Gentile Presidente, Le ho scritto una lettera aperta perché ho imparato a conoscerLa e con molta sincerità sono certa della Sua capacità di saper trovare una soluzione condivisibile fra tutte le parti in causa.
Nella speranza di poter concordare qualcosa di pratico La saluto cordialmente augurandoLe una buona serata e un buon lavoro.

Grazie di tutto.

L’Ufficio Stampa SMI