Comunicato Stampa:
Coronavirus: “La Regione Lombardia tenta di scaricare con le USCA le sue responsabilità sui medici”
Dichiarazione di Enzo Scafuro
Segretario Regionale Lombardia del Sindacato Medici Italiani
Milano, 16 aprile – “Continua in Regione Lombardia la diffusione della “deliberite” ovvero la tendenza a deliberare su aspetti che riguardano l’attività e la organizzazione dei Medici di Medicina Generale senza sentire a preventivamente le OOSS ma solo a consuntivo”.
“Avvenne così anche nella prima delibera della regione Lombardia sulla presa in carico della cronicità (PIC) che vide il Sindacato dei Medici Italiani, fare ricorso al TAR e al Consiglio di Stato, da solo e nella assoluta assenza delle altre forze sindacali che al momento erano forse distratte” così Enzo Scafuro, Segretario Regionale SMI Lombardia commenta le recenti decisioni della giunta lombarda.
“Venne, allora, disattesa, tra l’altro, una legge nazionale, la legge Balduzzi, perché non furono create le Aggregazioni Funzionali Territoriali che avrebbero certamente definito un primo passaggio verso la integrazione con le altre figure professionali presenti sul territorio. Si preferirono allora le cooperative e i partner privati che attualmente non reggono organizzativamente l’onda d’urto della emergenza epidemiologica da coronavirus” aggiunge Scafuro.
“Non si volle potenziare il territorio accorpando, seguendo la folle logica del risparmio, le Aziende Sanitarie Locali, le Aziende Ospedaliere e i Servizi Sociosanitari, perdendo così di vista l’identità di ogni territorio, eliminando preziosi punti di riferimento e dimenticando che la salute non può essere considerata una voce di bilancio negativa, ma un investimento”.
“È convincimento del Sindacato dei Medici Italiani che si continui a perseverare con delibere improvvisate tendenti a scaricare sui medici carichi di lavoro e responsabilità solo addebitabili ad una cattiva gestione della Sanità Pubblica con modelli intrisi di cooperative e gestori privati. Le bugie hanno le gambe corte e il Sindacato dei Medici Italiani ha una buona memoria”.
“Avevamo inviato una nota alla Regione Lombardia, analizzando la D.G.R. n°2986 del 23-03-2020 e successiva circolare applicativa, per evitare che le istituende Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) non sfociassero in un chiaro esempio di confusione, di scarsa organizzazione e di scarsa conoscenza del territorio; volevamo evitare che le Unità speciali essendo definite “unità” potessero essere costituite da un “singolo medico” di continuità assistenziale”.
“Bisognava, invece, valorizzare il lavoro di equipe che ogni unità speciale deve avere: infermiere, figure specialistiche facilmente reperibili, psicologi, adeguati mezzi di trasporto prontamente sanificabili, ovvero presenza necessaria di una rete assistenziale in cui, con opportune e definite linee guida, fosse chiaro il ruolo di tutti gli attori coinvolti per assicurare e monitorare in sicurezza le terapie a domicilio dei pazienti COVID positivi dimessi dall’ospedale”.
“L’improvvisazione lasciamola ai teatranti, con la salute non si può improvvisare!” conclude Scafuro.
L’Ufficio Stampa SMI