Comunicato Stampa:
Corso triennale di formazione in medicina generale:
“La Regione Toscana deve applicare la legge dello Stato!”
Dichiarazione di Nicola Marini
Segretario Regionale Sindacato Medici Italiani
Firenze,14 settembre – “La legge 60/2019, il c.d. Decreto Calabria, in combinato disposto con l’Accordo Collettivo Nazionale, consente ai medici convenzionati a quota oraria di Emergenza Sanitaria territoriale 118 e di Continuità Assistenziale di frequentare, con orario a tempo parziale di 24 ore settimanali in ragione delle esigenze formative il Corso Triennale di Formazione in Medicina Generale per l’intera durata del corso” così Nicola Marini, Segretario Regionale toscano del Sindacato Medici Italiani, in una dichiarazione.
“Il corso avrà inizio il 30 settembre prossimo e, al suo termine, se superato, metterà questi medici in condizione di essere inseriti nella graduatoria regionale per l’acquisizione delle scelte come medici di famiglia. La ratio della legge deriva dall’esigenza di colmare la grave carenza di medici di Assistenza Primaria creata dal massiccio numero di pensionamenti, per raggiunti limiti d’età, che vedrà il suo picco proprio nel 2023, con grave pregiudizio per il diritto dei cittadini toscani di avere un’assistenza di base come previsto dalla nostra Costituzione e dalla legge 833/78 istitutiva del nostro SSN pubblico, gratuito, universale e solidale”.
“La norma prevede un cambiamento del contratto da 38 ore a tempo indeterminato a 24 ore settimanali per l’intera durata triennale del corso. Pertanto questi medici dovranno dimettersi dall’attuale incarico e dovrebbero firmare, senza soluzione di continuità, un nuovo contratto per tre anni fino alla conclusione del corso”.
“La Regione Toscana ha ricevuto le domande e ha stilato correttamente la graduatoria prevista, ma non ha finora provveduto a predisporre la riassunzione immediata e contemporanea per questi medici esperti, con 10-15 anni di lavoro alle spalle, che hanno fatto una personale scelta di vita, che incrocia pienamente l’interesse collettivo della nostra comunità”.
“Senza questa fondamentale garanzia, già definita in altri contesti regionali, si rischia che rinuncino a proseguire questa strada utile a tutti o al contrario, a farla ma ripiombando nel più assoluto precariato. Questa sarebbe un’autentica vergogna per le nostre istituzioni”. “Il Sindacato Medici Italiani della Toscana confida che la Regione, entro la fine di questo mese, risolva, nello spirito di giustizia e con il senso di opportunità, questa delicatissima situazione” conclude Marini.
Ufficio Stampa SMI