Comunicato Stampa
Medici di medicina generale: “L’accordo stralcio per i tamponi è irricevibile!”
Dichiarazione di Pina Onotri
Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani (SMI)
Roma 28 ott. “L’accordo stralcio per i tamponi messo a punto da SISAC (Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati) rimarca la distanza tra alcune organizzazioni sindacali della medicina generale e la volontà del della Conferenza delle Regioni di imporre la scelta dell’effettuazione dei tamponi ai medici di medicina generale” così in una dichiarazione Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani (SMI), giudica negativamente l’accordo stralcio per i tamponi.
“Abbiamo provato a raccontare delle difficoltà della medicina generale che si trova da sola a fronteggiare lo tsunami in una rete territoriale che non esiste, perché mai creata. Abbiamo provato ad esprimere preoccupazione per una situazione che ci sta sfuggendo di mano cercando di dare risposte a tutti, con una reperibilità 12 h al giorno 7 giorni su 7. Ormai siamo unico punto di riferimento lì dove i Sisp non funzionano, lì dove le attività specialistiche ospedaliere e territoriali stanno progressivamente riducendo l’offerta, lì dove i servizi domiciliari, già carenti prima, stanno diventando del tutto inesistenti”.
“Nel testo della SISAC, invece, c’è la chiara volontà di eliminare le voci di dissenso sindacale rispetto al progetto di precettare i medici loro malgrado. Siamo all’imposizione!”.
“A questo disegno i medici dicono no! Allo stesso tempo ribadiamo di essere in prima linea nella gestione di questa pandemia, facendoci carico di tutte le problematiche extra Covid e che sono tante, a partire dai pazienti che abbiamo in carico, alla luce del fatto che gli ospedali e gli ambulatori specialistici di primo livello hanno chiuso le porte”.
“Ma veramente si pensa che effettuare i tamponi negli studi dei medici di famiglia possa fare la differenza? O peggio ancora durante un turno di guardia medica o di 118?”.
“Non ci saremmo tirati indietro ora come non ci siamo tirati indietro mai, anche se abbiamo espresso perplessità soprattutto di tipo organizzativo. I nostri studi per questa nostra attività extra non possono diventare motivo di contagio per i nostri pazienti lì dove non riusciamo a tenere separati percorsi sporco/pulito”.
“Non è possibile effettuarli negli studi medici, come non è possibile effettuarli nelle farmacie, mentre le ASL stanno già esprimendo perplessità nell’inserire nella loro organizzazione lavorativa chi non fa parte dei loro organici, per motivi di sicurezza e di legislazione”.
“La categoria dei medici è stanca, anche dopo che ha dichiarato la propria disponibilità piena e perché, allo stesso tempo, sta sopperendo alle mancanze e alle deficienze di organico degli Uffici di Sanità e d’Igiene pubblica. Stiamo, inoltre, seguendo i nostri pazienti per quanto riguarda le patologie croniche e quelle oncologiche. Si può obbligare a fare i tamponi le colleghe incinte e i colleghi neoplastici, cardiopatici e con insufficienza respiratoria”.
“Siamo pronti a proclamare lo stato di agitazione se non verremo ascoltati! Siamo disponibili ad effettuare i tamponi su base volontaria e per chi ha il proprio studio con gli spazi adatti per farli. Non è possibile lavorare 60/70 ore a settimana e gestire lo tsunami che si sta abbattendo sugli studi dei medici di medicina generale!”.
“Abbiamo colleghi malati, contagiati ed i ” superstiti ” si stanno addossato, tra mille difficoltà, anche il loro carico di lavoro per fa sì che i cittadini non siano completamente abbandonati a sé stessi.
Oggi il mio pensiero va a Nunzia, una collega, 8° mese di gravidanza, che non va in maternità perché i suoi 3 colleghi di studio sono tutti in quarantena. Cosa dobbiamo ancora dimostrare?” conclude Onotri.
Ufficio Stampa SMI