Lo Smi Scrive a Sileri e Zampa

Roma 21 Novembre 2020

Al Vice Ministro della Salute
On. Pierpaolo Sileri

Al Sottosegretario alla Salute
On. Sandra Zampa

Oggetto: Protocollo 533/U/2020 – Lettera al Vice Ministro della Salute On. Sileri e al Sottosegretario alla Salute Zampa

Gentili,

Vi scrivo in merito alle dichiarazioni da voi rilasciate in varie trasmissioni televisive. 

Per il Vice Ministro Sileri mi riferisco ad un’ intervista fatta su Piazza Pulita, del 19 novembre 2020, in cui ha accusato i medici che hanno fatto ricorso al Tar, al fine di attivare le Usca, ”di aver scritto una pagina triste” ed etichettando, di fatto, come non etico il loro comportamento. 

Per il Sottosegretario Zampa, relativamente all’ intervento ”Ad Oggi è un altro giorno“ del 17 novembre 2020, che, nel commentare la medesima sentenza, ha  affermato che “se ci fosse una presa in carico più attiva della medicina del territorio, ci sarebbe meno caos negli ospedali“ e che per quel che riguarda i medici di famiglia“ non c’è disponibilità e non rispondono al telefono. Molti cittadini non sono seguiti e finiscono al P.S.”

Scrivo ad entrambi come medico di famiglia e come legale rappresentante del Sindacato Medici Italiani che ha firmato il ricorso, insieme a valenti colleghi che operano nella difficile realtà romana. 

È tanto triste pretendere l’applicazione di una legge varata dal governo di cui fate parte e per la cui attuazione sono stati stanziati 780 milioni di euro? E’ tanto triste richiedere un rinforzo dell’ attività territoriale implementando organici di medici ed infermieri, al fine di dare un’assistenza migliore ai pazienti della Regione Lazio? E’ tanto triste chiedere, sul territorio, la separazione del percorso sporco da quello pulito, affinché malati fragili, che non trovano più risposte negli ospedali, non vengano esposti a rischio di contagio?

E’ poco etico chiedere più risorse quando nella città di Roma la mortalità del mese di novembre 2020, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, è aumentata del 62,3%, e circa 1250 salme (dati AMA) sono in attesa di cremazione nell’area metropolitana di Roma, perché anche i servizi funebri sono al collasso?

Certamente è sotto i vostri gli occhi quello che sta succedendo negli ospedali dove i percorsi non sono separati: diffusione del contagio e depauperamento degli organici con interi reparti al collasso per mancanza di personale; potete valutare da voi quali siano stati i risultati nel voler, a tutti i costi, mettere i pazienti covid accanto ai pz fragili nelle rsa: una strage. 

La stessa cosa sta succedendo sul territorio dove ci sono centinaia di migliaia di cittadini senza medico di riferimento, perché tantissimi sono i medici di MMG contagiati. Medici che si ammalano perché rappresentano il front Office della medicina territoriale. Medici che svolgono il lavoro ordinario e straordinario per quei pz cronici che non trovano più risposta specialistica negli ospedali trasformati per l ‘attività covid. Medici ai quali sono stati delegate anche le funzioni e i compiti propri dei Servizi di Igiene e Sanità pubblica in quanto totalmente carenti di organico.

Medici che seguono i loro pz Covid dotandosi, a proprie spese, di Dpi di protezione individuali, mai ricevuti dalla Regione Lazio, nonostante uno specifico decreto ministeriale. Nonostante tutto questi medici, tanto denigrati, continuano a lavorare, ad ammalarsi, a morire.

Al 17 novembre la situazione nel Lazio era di 71.225 contagiati, in isolamento domiciliare 67.881, pari quasi al 96% del totale, i ricoverati 3066 pari al 4,3% del totale, in terapia intensiva 308 (pari allo 0,5%). 
 
A chi pensate siano in carico quel 96%,? A chi pensate che quei cittadini si rivolgono se non a noi? Oppure veramente credete che i colleghi ospedalieri ricoverano chi non necessita di essere ricoverato, solo per fare un piacere a quei fannulloni dei medici di famiglia?

Quegli stessi colleghi che, in alcune realtà, si trovano a dover scegliere tra chi intubare e chi no? Forse era il caso di prevedere, per tempo, un aumento di posti letto in terapia intensiva e subintensiva?

Ma anche la medicina del territorio è allo stremo e non riusciamo più a dare risposte a tutti E quando parlo di medicina del territorio non mi riferisco solo ai medici di medicina generale che ne rappresentano, è bene ricordarlo, solo una piccola parte.

Mi riferisco ai servizi distrettuali che si sono ridotti ancora ulteriormente, alle strutture intermedie mai esistite e ai percorsi assistenziali per pazienti covid affetti anche da altre patologie che non sono mai stati creati.

Il TAR non ha fatto altro che condannare la Regione Lazio perché non ha applicato una legge dello Stato, legge voluta dal governo di cui fate parte per il contenimento della diffusione del virus sul territorio.

Mi permetto di dire che o non avete letto la sentenza del TAR oppure non ricordate i contenuti della legge che pure che avete votato. Siamo in una situazione tragica e solo chi vi lavora ne ha la piena percezione. Ricordo che dal 20 ottobre ad oggi vi sono 20 medici morti, duecento dall’ inizio della pandemia, più della metà Mmg. Ed i familiari dei colleghi, Mmg, sono gli unici a non aver ricevuto un euro di indennizzo per il loro cari deceduti nello svolgimento della propria professione. Noi siamo ancora in attesa di tutele.

Non siamo ero, ma non vogliamo neanche essere imputati, oggetti di una campagna massmedicatica denigratoria senza precedenti.

Non ci stiamo a far da capro espiatorio di una situazione le cui responsabilità sono da ricercarsi altrove.

Troppo facile mandare le truppe in trincea senza armi e poi accusarle di aver perso la guerra.

Qual è invece la responsabilità dei generali?  


Dott.ssa Giuseppina Onotri
Segretario Generale
SMI – Sindacato Medici Italiani