Comunicato Stampa – SMI Toscana vaccinazione

Comunicato Stampa
“Toscana: riaprire il tavolo negoziale sull’accordo per la vaccinazione over 80”
Dichiarazione di Nicola Marini
Segretario Regionale SMI Toscana

Firenze 24 febbraio 2021 “Il Sindacato Medici Italiani, SMI, nel corso del Comitato Regionale del 17 Febbraio u.s. ha chiaramente espresso la volontà dei suoi medici di Medicina Generale di dare il pieno contributo di partecipazione alla campagna vaccinale per gli over 80, per dovere deontologico e civica sensibilità.
Tuttavia non ha inteso condividere l’impostazione del sistema organizzativo presentato perché ritenuto farraginoso, burocratico ed inefficace per il raggiungimento dell’unico obbiettivo valido, cioè la vaccinazione di massa, in tempi rapidi, dei pazienti di questa fascia di età, possibile modello per gli interventi vaccinali nelle fasce successive, così in una lettera all’Assessore alla Salute Regione Toscana Dott. Simone Bezzini, al Direttore Dipartimento MG, Dott. Carlo Rinaldo Tomassini, al Responsabile Organizzazione Cure Primarie Dott. Mauro Maccari, il Segretario regionale dello SMI , Nicola Marini chiede di riaprire il tavolo negoziale sull’accordo per vaccinazione per gli over 80.
“Lo SMI ha proposto in alternativa un progetto globale molto diverso basato sull’impiego dei medici di Medicina Generale in strutture ampie, pubbliche o private, messe a disposizione dalle Aziende con personale infermieristico, sociosanitario ed amministrativo, con la presenza del medico in tutte le fasi operative richieste, dal consenso informato, alla scheda anamnestica, alla somministrazione del vaccino, al monitoraggio di sintomi insorgenti fino al trattamento degli eventi avversi di alta gravità.
Ben altro quindi che il semplice e vago “subentro delle Aziende territoriali” del comma 8 dell’Accordo in oggetto o le complicate condizioni previste nell’Art.20.
Lo SMI propose anche l’utilizzo delle USCA per la vaccinazione domiciliare dei non deambulanti. Proposte respinte.
Inoltre lo SMI fece rilevare in quella sede che gli ambulatori medici, private abitazioni in condomìni, non garantiscono il necessario distanziamento sociale e di conseguenza la necessaria sicurezza per pazienti e medici. Questo deriva dal fatto che le dosi multiple dei vaccini della cosiddetta “catena del freddo” richiedono numeri elevati di grandi anziani con probabili accompagnatori simultaneamente presenti in spazi chiusi e limitati quali gli studi dei MMG.
Rimane aperto il problema dei 1200 medici con ambulatori singoli che devono trasportare spesso in frazioni isolate vaccini per loro natura instabili ed a rischio di procurata quanto involontaria perdita di efficacia.
Portare il MODERNA, che tra l’altro prevede l’utilizzo di due sanitari, con le sue 11 dosi, a domicilio dei pazienti non deambulanti, costituirà un altro grosso problema di efficienza e di efficacia.
La complessità delle procedure previste richiede comunque, negli ambulatori, come minimo, la presenza infermieristica. Per gli eventi avversi di alta gravità, quali lo shock anafilattico, sono necessari, oltre alla sola adrenalina prevista un vero e proprio kit completo per la rianimazione, per la tutela del paziente e del medico, anche dal lato assicurativo.
Un fatto nuovo è però subentrato il 21 Febbraio, cioè l’approvazione di un Protocollo di intesa tra Governo, Regioni e Province autonome e Organizzazioni sindacali in cui, all’Art.3 si specifica: “laddove i profili organizzativi e logistici della vaccinazione Anti Covid 19 da effettuarsi da parte dei medici di medicina generale non consentissero la vaccinazione presso gli studi dei MMG, anche relativamente all’assenza del personale amministrativo ed infermieristico, è previsto l’intervento professionale dei medici di medicina generale presso i locali delle aziende sanitarie (centri vaccinali) a supporto o presso il domicilio del paziente, da regolarsi negli accordi regionali”.
All’Art. 4 ultimo comma si sancisce: “Il presente protocollo trova applicazione anche per il coinvolgimento nella campagna di vaccinazione nazionale anti Covid-19 dei professionisti appartenenti agli altri settori della medicina generale di cui al vigente ACN 23 marzo 2005 e smi, non già direttamente coinvolti nella campagna vaccinale”. 
Secondo il Sindacato Medici Italiani questo Protocollo, condiviso da tutte le Organizzazioni Sindacali, significa che anche i medici a quota oraria, di continuità assistenziale, emergenza sanitaria territoriale 118, medicina dei servizi, medicina penitenziaria devono essere assolutamente coinvolti ed utilizzati in questa campagna vaccinale e nelle fasce di età successive.
Il segnale, nello spirito e nel contenuto, di queste nuove decisioni condivise ai massimi livelli della Sanità nazionale è inequivocabile ed è pienamente nel quadro di quanto previsto all’Art. 22 dell’Accordo regionale del 17 Febbraio che prevede appunto “accordi specifici stabiliti a livello nazionale”, anche se riferiti a contenuti economici superiori.
Lo SMI pertanto chiede formalmente ed ufficialmente la RIAPERTURA DEL TAVOLO NEGOZIALE per integrare quanto già definito a livello regionale il 17 Febbraio, con le nuove modalità e condizioni indicate dal Protocollo Nazionale condiviso del 21 Febbraio.
Solo a questa condizione SMI Toscana è disposto ad apporre anche la sua firma all’Accordo regionale.

Ufficio Stampa SMI