Comunicato Stampa
Vaccinazioni. “Non convincono i toni trionfalistici della Regione Toscana sulla campagna vaccinale. Subito un cambio di passo!”
Dichiarazione di Nicola Marini, Segretario Regionale Toscana dello SMI
Firenze, 26 apr. – “Il Sindacato Medici Italiani (SMI) non condivide i toni trionfalistici della Regione Toscana riguardo l’andamento della campagna vaccinale pur prendendo atto degli sforzi fatti per recuperare un pessimo inizio” così in una dichiarazione Nicola Marini, Segretario Regionale Toscana dello SMI sull’andamento delle vaccinazioni.
“Lo SMI ritiene che l’efficienza di una strategia vaccinale, nel taglio organizzativo e nella valorizzazione di tutte le forze in campo si rilevi soprattutto dal numero delle somministrazioni giornaliere e dalla differenza percentuale media col target fissato, per ogni Regione, dal Commissario all’emergenza generale Figliuolo”.
“I numeri parlano chiaro: la Toscana è negli ultimi posti, con 18.112 somministrazioni invece delle 20.000 previste dal target nazionale con uno scostamento, in meno, del 9,44% (Sole 24 Ore del 23 aprile 2021) che non possono certo essere attribuite al mancato approvvigionamento di dosi, ma a un’inadeguata organizzazione”.
“Un gap, segno di un ritardo nell’andamento della copertura vaccinale, molto preoccupante in vista delle prossime riaperture ed espressione di una seria difficoltà a tenere il passo quando arriveranno i grandi volumi delle dosi previste dal Governo”.
“Allo stato dei fatti la Toscana è all’ultimo posto in Italia con il 38,7% per gli over 80 che hanno completato il ciclo vaccinale ed al penultimo per gli over 70 con il 2,8% con le due vaccinazioni, con il correttivo di una terza posizione per la somministrazione di una sola dose (Fondazione GIMBE 22 Aprile2021), che testimonia dell’impegno dei medici di famiglia ma non costituisce certezza di immunizzazione individuale e quindi di comunità. Per questo motivo, il gap giornaliero, se non colmato con modifiche organizzative potrebbe far precipitare la situazione”.
“I medici di famiglia si sono impegnati allo stremo nei loro ambulatori, come richiesto, con i vaccini della “catena del freddo” e le loro complesse procedure di conservazione, trasporto e somministrazione. Impegno loro riconosciuto dalle istanze regionali; per il Sindacato Medici Italiani questo non basta”.
“Lo SMI Toscana già due mesi fa rivolse alla Regione, con atti formali nelle sedi istituzionali e mezzo stampa, proposte organizzative concrete nel segno dell’efficienza operativa e dell’efficacia del consenso dell’utenza. Le nostre richieste erano e sono queste:
– di mettere a disposizione negli ambulatori dei medici di base personale infermieristico ed amministrativo di supporto per l’abbattimento dei tempi di somministrazione dei vaccini Pfizer e Moderna, poco maneggevoli e alquanto instabili.
– di mettere a disposizione dei medici di medicina generale, che lo ritenessero opportuno, per vaccinare i propri pazienti, gli HUB vaccinali con personale dedicato in quegli ampi spazi che sono i più adatti a garantire sicurezza, rapidità, efficacia nel modello sperimentato della “catena di montaggio” risolutiva per numeri e tempi.
– di mettere in campo tutte le altre figure mediche della Medicina Generale, dell’emergenza sanitaria territoriale 118, della continuità assistenziale, della specialistica ambulatoriale, della Sanità Penitenziaria e della Medicina dei Servizi, come previsto dal Protocollo Nazionale del 21 febbraio scorso firmato dal Ministro, dalle Regioni e dai Sindacati nazionali rappresentativi della Medicina Generale. A grandi volumi di vaccini, grandi numeri di vaccinatori: la carta vincente!
– la rapida attivazione di convenzioni con le Associazioni del Volontariato del soccorso sanitario, per legge regionale definita “parte integrante del sistema sanitario pubblico” per organizzare i trasferimenti presso gli HUB vaccinali di anziani e soggetti fragili non deambulanti per i quali si riscontrino difficoltà logistiche per le vaccinazioni domiciliari nelle zone disagiate e montane, nelle città e nell’Area metropolitana di Firenze, legate alla tempistica obbligata di somministrare a domicilio, in luoghi diversi, le dosi multiple da 6/11, rispettivamente di Pfizer e Moderna entro il tempo perentorio di 6 ore”.
“Si registra, infatti, anche un grave ritardo nelle domiciliari con innalzamento del rischio clinico per pazienti affetti quasi sempre da poli patologie”.
“Lo SMI non vuole dare pagelle. Il Sindacato che rappresenta tutte le categorie mediche esprime, al contrario, forti preoccupazioni per la salute dei cittadini, per le modalità di lavoro di tutti i medici e soprattutto di quelli di assistenza primaria ai limiti del burn-out, per la tenuta del Sistema sanitario pubblico regionale in questa sfida epocale ed in questa gara contro il tempo dal cui esito dipendono la salute, l’economia, la qualità di vita di tutti noi”.
“Il Sindacato Medici Italiani vuole lanciare un appello a tutte le realtà regionali, centrali e periferiche, in tutte le loro articolazioni decisionali ed operative, per un rapido cambiamento che adegui, da subito, l’attività vaccinale ai target nazionali che mirano “in progress” all’obbiettivo delle 500.000 vaccinazioni giornaliere”.
“Prendiamo atto dei riconoscimenti rivolti dal Presidente Giani alla categoria medica, ma chiede con fermezza, ancora una volta, alla massima carica istituzionale della Regione un vero “cambio di passo” nell’ascolto di tutte le realtà rappresentative della categoria medica che lavora sul campo, territoriale ed ospedaliera per far tornare la Toscana ad essere, anche in questa guerra al virus, quella “Regione pilota”, modello di Sanità pubblica ospedaliera, territoriale e di prossimità, universale, solidale, efficiente per la salvaguardia della vita e della salute della popolazione, nella logica del consenso democratico e nell’interesse di tutti cittadini e gli operatori del Servizio Sanitario Regionale”.
Ufficio Stampa