Comunicato Stampa
Terza dose del vaccino: “I medici di medicina generale
non potranno garantire l’inoculazione della terza dose!”
Dichiarazione di Ludovico Abbaticchio, Presidente Nazionale del Sindacato Medici italiani (SMI)
Roma, 6 luglio – “L’attuale fase della vaccinazione di massa e la difficoltà di raggiungere tutte le classi di età della popolazione c’indicano che gli hub non potranno rimanere per troppo tempo (per i costi enormi), cosicché il nuovo coinvolgimento dei medici di famiglia è indicato dal Governo come la soluzione ideale per proseguire la profilassi della popolazione” Ludovico Abbaticchio Presidente Nazionale dello SMI (Sindacato Medici italiani) così in una dichiarazione traccia un bilancio dell’andamento della campagna e il coinvolgimento dei medici di famiglia.
“Per questo distogliere il medico di famiglia dall’ordinario controllo e dal trattamento delle cronicità danneggia la prevenzione, non permette un buon controllo di riacutizzazione di malattie croniche e di diagnosi precoci. Se poi aggiungiamo il continuo giungere di telefonate per rassicurare sulla bontà della vaccinazione e per spiegare come ottenere il green pass, spesso preteso con una veemenza che sfiora la minaccia, il quadro dello svilimento della professione del medico di medicina generale è completo. Sono queste le grandi difficoltà legate alla possibilità della inoculazione della terza dose del vaccino anti covid da parte dei medici di famiglia”.
“Non è bello prendere atto che l’impegno di spesa per questa pandemia è stato molto alto e che affidare ai medici di medicina generale la campagna vaccinale sarebbe molto più economico. I medici di medicina generale hanno concordato 8 euro per le somministrazioni in studio o negli hub e 25 euro per il domicilio, mentre altri colleghi hanno ottenuto 80 euro lordi all’ora. Sull’aspetto dei diversi trattamenti economici per le figure sanitarie coinvolte nella campagna vaccinale poi qualcuno (Governo e Regioni) ne dovranno rispondere, ma il punto centrale, in questo momento, è rappresentato da come il sistema sanitario risponda al bisogno di salute della popolazione”.
“Quando interloquiamo con i nostri pazienti, praticamente tutti comprendono l’importanza della protezione vaccinale e superano le incertezze. La questione, però, sta a monte. Dopo aver dato la disponibilità a vaccinare, dobbiamo segnalare che gli accordi contrattuali, quelli integrativi regionali, sono stati disattesi. Abbiamo vissuto una drammatica situazione sul piano organizzativo e operativo. La distribuzione dei vaccini ai medici di famiglia è stata scarsa, improvvisata; alcuni hanno avuto poche dosi, altri tante. I medici che hanno scelto di operare negli hub sono stati comunque discriminati rispetto agli altri operatori. Hanno potuto contare, oltre che sui vaccini, su infermieri, amministrativi e vaccini. Alla luce di questo e dei nostri impegni extra Covid, siamo indotti a ritenere che l’eventuale assegnazione ai medici di medicina generale della terza dose non potrà essere garantita. Aspettiamo di capire cosa intendono fare il Governo e le regioni. Ma non siamo affatto ottimisti!” conclude.
Ufficio Stampa