Comunicato Stampa – SMILazio_MMG

Comunicato Stampa
Regione Lazio: “Ai medici di medicina generale non viene corrisposto il compenso per le prestazioni vaccinali. Si provveda subito!”

Dichiarazione di Claudia Felici, Segretario Aziendale ASL Roma 1
Cristina Patrizi, Responsabile Regionale Area Convenzionale SMI Lazio

Roma 2 ag.- “Mentre l’Assessore D’Amato consegna gli attestati di riconoscimento per l’impegno nella vaccinazione covid agli operatori degli hub vaccinali e dei centri accreditati, la medicina generale, che da febbraio è impegnata nella campagna vaccinale covid, con migliaia di vaccinazioni somministrate presso i propri studi e a domicilio, ai pazienti anziani, non deambulanti o estremamente vulnerabili e a tutti quei cittadini che non hanno potuto accedere ai centri vaccinali regionali, non solo non riceve alcun attestato di riconoscimento, ma neanche  il giusto compenso concordato”  così in una dichiarazione  Claudia Felici, Segretario Aziendale ASL Roma 1 e Cristina Patrizi, Responsabile Regionale Area Convenzionale del Sindacato Medici Italiani del Lazio.
“A questo si aggiunge il grave ritardo annunciato per il pagamento delle competenze relative alla campagna vaccinale antinfluenzale dello scorso autunno che è stata una delle campagne più complesse e drammatiche mai affrontate dalla medicina generale, in piena seconda ondata COVID e con un numero di dosi vaccinali totalmente insufficiente e ben al di sotto di quanto stabilito”.
“Abbiamo compreso le difficoltà che hanno portato il ritardo nel pagamento per la campagna 2019/20 ma non comprendiamo i motivi, invece, del ritardo per la campagna del 2020/21!”.
“Il prossimo autunno i medici di medicina generale dovranno affrontare una nuova campagna antinfluenzale, nell’incertezza della situazione epidemiologica e della necessità di somministrare una ulteriore dose di vaccino covid alla popolazione, senza aver neanche ricevuto il giusto riconoscimento per il proprio impegno fin qui profuso. Siamo davanti all’ennesima inefficienza della Regione Lazio che mortifica il lavoro dei medici di famiglia della nostra Regione” concludono Felici e Patrizi.

Ufficio Stampa