Comunicato Stampa – Statoagitazione_MMG

Comunicato Stampa
PROCLAMAZIONE STATO DI AGITAZIONE MEDICI DI MEDICINA GENERALE
            Le organizzazioni sindacali FP CGIL Medici e Dirigenti SSN, SMI, SIMET, Federazione C.I.Pe – S.I.S.Pe S.I.N.S.Pe  in data 1 2 2022, proclamano lo stato di agitazione per la Medicina Generale

Premesso che:

  • È ormai questione nota che il sistema di tracciamento sul territorio è saltato e che gli studi medici di medicina generale e pediatri di libera scelta sono presi d’assalto con richieste burocratiche legate alle procedure di messa in quarantena, di isolamento, di fine isolamento, certificazioni INPS, certificazioni INAIL e non da ultimo per il tracciamento nelle scuole.
  • Le piattaforme Regionali inefficienti non si interfacciano con il Sistema di Tessera Sanitaria e stanno rendendo difficoltosa l’attività ordinaria rivolta ai pazienti affetti da patologie croniche, oncologiche, cardiache con o senza sintomi da Covid 19.
  • I pazienti hanno difficoltà di accesso al proprio medico di famiglia in quanto tutti i canali di contatto sono saturati da centinaia di migliaia richieste di informazioni procedurali da parte dell’utenza.
  • Si registra l’assoluta indisponibilità dei medici “sostituti” negli studi di medicina generale, pediatri di libera scelta, continuità assistenziale e nell’emergenza urgenza territoriale, nonché la difficoltà di reclutamento del personale di studio con conseguente ulteriore sovraccarico di lavoro improprio che ricade sui medici di medicina generale pediatri di libera scelta.

Tenuto conto:

  • del mancato recepimento delle proposte avanzate dalle OOSS in merito alla riorganizzazione della medicina territoriale che, soprattutto nella pandemia, ha mostrato tutte le debolezze di un sistema frammentato ed ingovernabile perché incentrato sull’attività del medico single practice, isolato e scarsamente supportato dalle reti assistenziali integrate.
  • di una gestione sempre di fase emergenziale, volta alle prestazioni dell’immediato che non tiene in alcun conto i continui segnali di allarme sollevati dai professionisti del settore in merito alle carenze di personale, ormai croniche, ed esasperate dalla fase critica attuale.
  • del mancato rinforzo degli organi dei Dipartimenti di assistenza territoriale, e dei SISP in particolare, già sottodimensionati in periodo pre covid.
  • del mancato riconoscimento dell’attività svolta dai Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta nella gestione dei pazienti covid sul territorio e della moltiplicazione di inappropriati carichi di lavoro con conseguente rischio di contagio dei Medici, non adeguatamente integrati e protetti nei servizi, vista anche la mancanza di tempi di conciliazione vita/lavoro, così come delle pause e dei riposi, in violazione della legge 66/2003, 161/2014 e 81/2008.
  • della violazione, in tema di pari opportunità, dell’ articolo 25 del D.L 11 aprile 2006 n.198 che recita: “costituisce discriminazione ogni trattamento o modifica dell’organizzazione delle condizioni e dei tempi di lavoro che, in ragione del sesso, dell’età anagrafica, delle esigenze di cura personale o familiare, dello stato di gravidanza nonché di maternità o paternità, anche adottive, ovvero in ragione della titolarità e dell’esercizio dei relativi diritti, pone o può porre il lavoratore in almeno una delle seguenti condizioni: a) posizione di svantaggio rispetto alla generalità degli altri lavoratori; b) limitazione delle opportunità di partecipazione alla vita o alle scelte aziendali; c) limitazione dell’accesso ai meccanismi di avanzamento e di progressione nella carriera”.
  • della mancata messa in sicurezza delle sedi di continuità assistenziale con soluzioni approssimative di accorpamento ed accentramento delle sedi in ambienti satelliti agli ospedali, fino alla soppressione dei servizi periferici di C.A. per la mancanza di medici, con conseguente arretramento dell’offerta di salute rivolta ai cittadini nell’ambito dei LEA di prossimità.
  • della grave carenza di personale dedicato ai servizi di emergenza urgenza e delle ambulanze del 118, con turni massacranti per i pochi che sono rimasti in servizio, con mancato rispetto delle pause e dei riposi, privi delle minime tutele contrattuali.
  • della indegna campagna denigratoria, sostenuta ingiustamente anche dalle istituzioni e d’alcuni organi di informazione nei confronti dei medici, con inevitabile compromissione del rapporto di fiducia fra cittadino e medico, causa principale del crescente fenomeno delle aggressioni subite dai professionisti.
  • del mancato riconoscimento della specificità dei pediatri alla cura e all’assistenza dei bambini 0 e 6 anni.
  • Anche l’ACN 2016-2018 per la medicina generale, appena sottoscritto in via prioritaria solo da alcune sigle sindacali, non risponde in alcun modo alle criticità evidenziate ed anzi, nella proposizione di un modello organizzativo ormai superato che nella pandemia ha mostrato tutte le sue fragilità, diventa penalizzante per i medici da un punto di vista retributivo e professionale.

Chiedono:

  1. il riconoscimento, la valorizzazione e la protezione del ruolo svolto dai medici di medicina generale, anche attraverso campagne di informazione volte a recuperare la fiducia dei cittadini, indispensabile nei processi di presa in carico e di cura.
  2. la semplificazione delle procedure e dei percorsi amministrativi con sgravio della parte burocratica che sta soffocando la professione e provocando l’abbandono anticipato di numerosi medici o il dirottamento verso ambiti e contesti più qualificanti e tutelanti come quelli della dipendenza o della specialistica ambulatoriale. Nella stessa direzione di snellimento di alcune procedure chiediamo la dematerializzazione delle prescrizioni anche per i farmaci di fascia C, come già avviene per quelli di fascia A, anche al fine di facilitare i percorsi degli assistiti
  3. il potenziamento dei servizi di prevenzione territoriale e dei servizi di igiene e sanità pubblica, cosi come la riapertura delle sedi INAIL chiuse in alcune Regioni ormai da 2 anni, al fine di alleggerire il sovraccarico di funzione che ricade ormai quasi esclusivamente sugli studi dei medici.
  4. l’equiparazione contrattuale e retributiva della formazione della Medicina Generale a tutte le altre scuole di specializzazione.
  5. l’abolizione delle incompatibilità dell’attività professionale svolta dai colleghi in formazione per il riconoscimento delle ore lavorate ai fini dell’acquisizione dei crediti formativi.
  6. l’aumento del numero delle attuali borse di formazione.
  7. il riconoscimento dei diritti e delle tutele proprie dei rapporti di lavoro del CCNL della Dirigenza e della Specialistica ambulatoriale che le categorie chiedono a gran voce.
  8. retribuzione adeguata ai carichi di lavoro e agli standard europei.

Ufficio Stampa