Analisi Nuovo ACN
Assistenza Primaria
FIMMG firma a cuor leggero un contratto che, ad una chiara analisi, si presenta devastante.
In fattispecie:
1. Riduzione e peggioramento delle tutele complessive con la rimodulazione dell’ ex art. 30 nell’art. 25 che uniforma alla dipendenza il procedimento disciplinare: risultato di un grave cedimento nonostante la nostra netta contrarietà al tavolo delle trattative.
2. Riduzione delle tutele lavorative con aumento dei carichi di lavoro come si evince dal nuovo art. 6 dove sono stati implementati carichi di lavoro non – sense e senza retribuzione quali l’alimentazione del fascicolo sanitario elettronico e del NSIS (sistema informativo nazionale).
3. Una riduzione delle tutele a livello nazionale con un (mai visto finora) spostamento di competenze, finanziamenti e negoziazioni a livello regionale che interessano, come si evince dall’art. 47 lettera A n.V, anche la quota capitaria e, molto grave, una TOTALE rimodulazione e stravolgimento degli accordi prima definiti in sede nazionale, come alla lettera D n. VII sempre del succitato art. 47.
4. Riduzione complessiva dello stipendio, dove, all’aumento lordo della quota capitaria a 42,97 da 40,05 euro, si contrappone un NULLA LETTERALE di ristori sulla componente ANZIANI oltre i 75 anni, dei minori infra 14 anni, negli ingressi per le prime 500 scelte, tutte le quote variabili dove, nella costituzione del fondo AFT convergono gli ex finanziamenti della medicina di associazione, le indennità informativo informatiche (solo grazie a NOI!) e di collaboratore di studio peraltro SENZA NESSUN RISTORO dopo DODICI ANNI DI VACANZA CONTRATTUALE; riduzione dovuta alle decurtazioni per le risorse dei referenti di AFT e UCCP (art. 10 comma 4 e art 30 comma 6) e le risorse sindacali finanziate ESTRAENDOLE direttamente dai nostri stipendi (interessante l’uso, nel nuovo ACN , della parola “DECURTATE”). Senza contare le perdite secche dovute al peso inflattivo degli ultimi dieci anni. Peraltro nulla è stato aggiunto alla medicina territoriale domiciliare e la presa in carico della cronicità(ADI e ADP ed istituti vari) e men che meno alle prestazioni aggiuntive (!).
5. Peraltro non si rileva nessun miglioramento sulle incompatibilità, facendo rimanere in piedi il più obsoleto e farraginoso dei meccanismi, come si evince dalla attuale pandemia e conseguenti gravi carenze di organico).
6. Sulla libera professione l’art 28 stravolge in modo sostanziale l’ACN precedente aprendo scenari inquietanti, con una liberalizzazione, senza precedenti, temiamo, per pochi, dove si intravede un pericoloso meccanismo di passaggio ad una intramoenia de facto simile ad un Far West, facendo apparire l’intramoenia ospedaliera un parco giochi (questa sì, però, regolata dalla legge Bindi).
7. In ultimo ma non ultimo: perdite secche con l’aumento annuale dell’1% del contributo assicurativo ENPAM che ha portato negli ultimi sette anni ad una perdita secca del 7% dello stipendio lordo (dal prossimo cedolino febbraio 2022 su gennaio 2022 la quota di trattenuta ENPAM arriverà al 13,63% senza alcun ristoro.
Ricapitolando, aumenta il prelievo sullo stipendio per finanziare UCCP, AFT, attività sindacale, aumenta il prelievo ENPAM ogni anno dell1% (per i prossimi tre anni), non vi è certezza dell’equiparazione dei finanziamenti regionali futuri a quelli nazionali attuali, aumento dell’attività lavorativa obbligatoria grazie all’art. 6, NESSUNA TUTELA in più (nessun accenno o menzione ad INAIL, maternità, malattie, ferie) nonostante l’emergenza covid avrebbe dovuto dimostrare qualcosa a qualcuno, e NESSUNA GARANZIA lavorativa a chi prosegue un’attività ulteriormente burocratizzata.
Passi la miopia grave della parte pubblica (o ai suoi interessi di parte da “lombardizzazione” della Sanità) ma non può passare la voluta miopia del sindacato FIMMG, maggioritario, che, in modo INDIFENDIBILE, ha firmato una proposta di contratto IRRICEVIBILE, costringendoci a nostra volta a firmare per impedire colpi di mano a livello regionale.
Gian Massimo Gioria
Medicina dei Servizi
Perche’ l’ ACN per la parte della medicina dei Servizi è deludente e non ha recepito alcuna delle indicazioni rappresentate da SMI ai tavoli
Dopo mesi di trattative ed almeno due sedute esclusivamente dedicate alla trattativa sull’ articolato Medicina dei Servizi, nessuna delle proposte risulta recepita nel testo finale:
1) piena partecipazione dei medici della medicina dei servizi al raggiungimento degli obiettivi aziendali:
Avevamo chiesto una formulazione dell’ ex Art 48 C6 che includesse la frase: ed al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Non è stato recepito. Questo rischia di lasciare alla interpretazione aziendale e/o regionale la piena partecipazione ed il relativo riconoscimento economico dei medici dei servizi al raggiungimento degli obiettivi aziendali che è cosa diversa dalla partecipazione ad “obiettivi e/o progetti regionali.
2) Formazione : avevamo chiesto un pieno inserimento di quanto prevedeva espressamente l’ ex Art. ART. 19 ALL.N DPR270/2000 ossia:
1. Pieno riconoscimento orario del monte ore di formazione ECM La Formazione Professionale Continua , così come disciplinata dall’ Art. 20 Presente ACN , è obbligatoria per il Medico della medicina dei servizi , costituendo requisito indispensabile per svolgere funzioni e compiti propri del Medico della Medicina dei Servizi territoriali.
2. La partecipazione ad eventi accreditati ECM determina il riconoscimento di un permesso retribuito fino ad un massimo di 40ore annue( alternativa: ammontare del debito formativo previsto dalla normqativa vigente) rapportate a 38 ore di incarico settimanale.
3. Il monte orario annuale di cui al comma 2 , fruibile per aggiornamento ECM, è ridotto in relazione alla disponibilità di corsi di formazione obbligatoria organizzati dall’ Azienda medesima, ai sensi dell’ Art.20 comma 12.
4. Laddove l’ azienda provvedesse al totale del debito formativo, al medico della medicina dei servizi deve essere garantita la formazione autonoma retribuita su temi rilevanti e di alto valore scientifico.
E’ stato invece lasciato ad una generica interpretazione prevista nella parte generale sul personale a convenzione che lascia adito ad interpretazioni aziendali fantasiose e limitative del diritto alla formazione che deve essere un obbligo pèr le aziende ed una piena garanzia per i medici dei servizi.
3) Legge 104: avevamo chiesto la previsione del riconoscimento di tale beneficio anche per i medici dei servizi in analogia agli altri convenzionati ( specialistica ambulatoriale) ed invece Nulla!
4) TRATTAMENTO ECONOMICO: COMPENSO AGGIUNTIVO ( Ex art.54 ) avevamo chiesto un chiarimento sulla corresponsione del Compenso aggiuntivo che riconoscesse il pieno impegno orario dei medici a rapporto unico ed ad orario pieno con il riconoscimento delle ex quote carovita per il totale delle ore lavorate e di incarico .Anche qui, dopo ampia illustrazione della tematica e della evidenti corrette interpretazioni della norma richiamata, NULLA ABBIAMO TROVATO NELLA VERSIONE DEFINITIVA
INSOMMA: mesi e ore di trattative per arrivare ad un nulla di fatto.
Mai ricevuto, peraltro, il testo definitivo della parte relativa alla medicina dei servizi, fino al gg della firma.
Un sistema veramente irrispettoso del lavoro di chi dedica le proprie ore/uomini/donne per la categoria quasi che fosse consentito ignorare tutti i contributi tecnici senza alcuna valida motivazione.
UNA OCCASIONE PERDUTA PER POTENZIARE UN SETTORE CHE POTEVA ESSERE RIVITALIZZATO E STIMOLATO.
ANCORA SI LAVORA PER DESERTIFICARE IL SSN E andare avanti con il precariato e soldi buttati per incarichi temporanei.
Cristina Patrizi
Rocco Fulciniti
Emergenza Territoriale
Possiamo dire ad alta voce che l’accordo firmato, da qualche sigla sindacale, per il settore che rappresento, non va bene.
Un servizio fondamentale come il SET 118 non può essere ostaggio di contrattazioni regionali (AIR); come SMI abbiamo sempre creduto che le direttive vadano messe nere su bianco sull’Accordo Collettivo Nazionale.
In fase di contrattazione non sono state prese in esame le nostre proposte volte al miglioramento del servizio: compenso economico fermo da anni, ferie, riposi e maternità al momento non uniformi su tutto il territorio nazionale; per questo motivo avevamo espressamente chiesto di riportarlo sull’ACN, andando così a uniformare il servizio, e non demandarlo alle Regioni.
In SISAC non c’è stata la volontà di migliorare l’accordo collettivo nazionale che in questi anni, a parere di SMI, è divenuto una carta molto più scarna del passato.
Per quanto riguarda il Sistema di Emergenza Territoriale 118 crediamo in un servizio nazionale e non regionale.
Maurizio Borgese
Continuità Assistenziale
L’intero impianto dell’A.C.N. redatto e firmato da alcune OO.SS. non valorizza e non garantisce al Servizio di CA un proprio ruolo integrato nella AFT in quanto appare come un timido tentativo di applicazione della L. Balduzzi.
Va rilevato inoltre che a fronte di ingente impegno non vi è alcun tipo di aumento stipendiale, non vi è alcuna tutela nei confronti delle donne lavoratrici né viene in alcun modo messa in evidenza la problematica legata alla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Giovanni Senese