Comunicato Stampa
“L’ASP di Catanzaro condannata a restituire le indennità trattenute sugli stipendi dei medici del 118.
C’è un Giudice a Berlino!”
Dichiarazione di Roberto Pititto, Segretario Regionale Calabria Sindacato Medici Italiani (SMI)
Catanzaro, 21 febbraio “Leggiamo la notizia che a Catanzaro, l’ASP è stata condannata a restituire le indennità trattenute sugli stipendi dei Cedici del 118. Sembra una notizia come tante, persino banale, se leggi cinque euro e cinquanta, che vuoi che sia! Un provvedimento, che non lo SMI , ma un giudice considera sbagliato e intima all’azienda di restituire quei soldi che indebitamente tratteneva. Una piccola notizia.” così Roberto Pititto, Segretario Regionale Calabria Sindacato Medici Italiani.
“Dietro quell’ineffabile provvedimento sbagliato di un Commissario Prefettizio, ci sono stati e ci sono dei drammi. Si perché il provvedimento, chiedeva la restituzione di somme di anni passati, ed improvvisamente qualcuno si vedeva chiedere indietro decine di migliaia di euro. Medici che improvvisamente si trovavano addosso un “mutuo” da centomila euro, con trattenute forzate sul loro stipendio di centinaia di euro al mese. Medici a cui un provvedimento sbagliato, negava magari la possibilità di chiedere un mutuo vero, di programmare serenamente il futuro”.
“Ora la notizia, ci dice che l’ASP di Catanzaro quelle somme dovrà restituirle con gli interessi. Perché non è questa la cosa importante, non i soldi in più, ma le risorse che l’Azienda dovrà spendere, per un provvedimento sbagliato, mentre molte ambulanze ormai vuote di medici che a causa di questa triste vicenda hanno lasciato il 118, migrando verso “lidi” da sempre meno stressanti e meglio remunerati”.
“No, non è solo questo l’irreversibile danno che quel provvedimento sbagliato ha causato e nemmeno l’angoscia di pazienti e familiari che hanno visto accorrere una ambulanza senza medico a bordo, continua Pititto. La questione più grave è quella riferita alla rabbia di chi avrà per sempre il dubbio che quel genitore, quel marito, quel figlio che si sarebbe potuto salvare se solo non ci fosse stato quel provvedimento.
“Pensiamo allo sconcerto di quei medici che in un attimo hanno perso certezze e hanno abbandonato un lavoro che amavano. Qualcuno pagherà per tutto questo? Oppure il tutto verrà sepolto tra carte e ricorsi, che seppelliranno anche quella umanità ferita e delusa? Ma oggi non è il giorno per il pessimismo, oggi apprendiamo questa bella notizia e urliamo con Brecht, “ci sarà pure un giudice a Berlino!”.
Ufficio Stampa