Comunicato Stampa – solidarietàSMI_coccarde

Comunicato Stampa
Solidarietà ai medici lombardi delle coccarde gialle che manifestano a Milano
Il modello privatistico di sanità della Moratti mette a rischio il diritto alla salute

Nota della Segreteria Nazionale del Sindacato Medici Italiani (SMI)

Roma 26 mar. “Condividiamo i motivi della protesta dei medici lombardi che oggi sono in piazza a Milano. Le loro rivendicazioni sono simili alle nostre che ci avevano indotto a proclamare il recente sciopero nazionale di categoria dell’1 e 2 marzo scorso” così una nota della Segreteria Nazionale dello SMI esprima la solidarietà ai medici delle coccarde gialle oggi in piazza a Milano.
“Nel nostro Paese sono più di tre milioni i cittadini senza medico di famiglia. Le postazioni di guardia medica o vengono chiuse o accorpate per mancanza di personale. Le ambulanze del 118 sono senza medico a bordo. I giovani medici non sono attratti da questa professione, che oggi disertano al pari dei vecchi che si prepensionano e a tutto questo si aggiunge una incombente privatizzazione della medicina generale. Il lavoro dei medici, inoltre, non può essere oberato di pratiche burocratiche che sottraggono tempo alle cure ai pazienti”.
“La Lombardia, a seguito delle scelte della Regione, sta puntando ad ospedalizzare la medicina territoriale, aprendo ulteriormente le porte alla privatizzazione della sanità. Recentemente, infatti, la vicepresidente regionale e assessore al Welfare Letizia Moratti invece di valorizzare il lavoro dei medici di medicina generale, che nel contrato al covid sono stati il primo presidio sul territorio, ha dichiarato che il loro impegno lavorativo era di solo poche ore alla settimana. Questo è il modo per azzerare il rapporto che i medici di famiglia hanno con i cittadini e per aprire le porte all’affidamento delle cure a cooperative e a soggetti privati”.
“Il medico di medicina generale deve ritornare ad essere il fulcro del servizio sanitario nazionale e di quelli regionali.  Chiediamo cittadini lombardi di essere vicini ai medici che oggi protestano. Si tratta di una battaglia di civiltà per salvare il ruolo dei medici   e preservare il Servizio Sanitario Pubblico e universale per tutti”.

Ufficio Stampa