Comunicato Stampa
Congresso regionale SMI Liguria:
“Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la medicina territoriale dov’è?”
Dichiarazione di Daniele Gasparotti, Segretario Regionale Liguria
Sindacato Medici Italiani (SMI)
Genova, 27 giug. – “Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: la medicina territoriale dov’è? Le riforme messe in campo, a partire dal DM 77/2022, che ridisegna l’assistenza territoriale, corrono il rischio di determinare operazioni esclusivamente di sanità edilizia nell’ambito della medicina territoriale, mentre non compare alcuna indicazione di tipo funzionale” così Daniele Gasparotti, riconfermato segretario regionale aprendo in congresso dello SMI della Liguria, in modalità on line.
“Il DM 77/2022 stabilisce il nuovo assetto dei distretti sanitari, delle Case di Comunità hub e spoke, delle Unità di Continuità Assistenziale, delle Centrali Operative, degli Ospedali di Comunità e descrivono una serie di strutture che saranno presenti sul territorio senza indicare minimamente come dovrebbero interagire funzionalmente tra di loro e, soprattutto, senza indicare le risorse con le quali queste dovrebbero funzionare”.
“A questo si aggiunga la netta impressione che il medico di medicina generale non sia altro, in questo contesto, che una pedina che dovrebbe essere mossa dai vari direttori di distretto. Non si tiene conto, minimamente, che il medico di medicina generale continua ad essere un soggetto convenzionato con tutti i limiti per quanto riguarda le tutele, ma con l’autonomia organizzativa che dovrebbe derivare da un Accordo Nazionale che non è nemmeno all’orizzonte e da una serie di Accordi Integrativi Regionali tanto diversi tra di loro. Per queste ragioni intendiamo impegnarci con la parte pubblica per delineare un Accordo Regionale, che stabilisca una interconnessone tra i vari soggetti che la riforma dell’assistenza territoriale prevede”.
“A partire dall’esperienza maturata nella lotta contro il Covid 19, bisognerà prevedere che nella prossima fase il medico di medicina generale non debba mai più lavorare da solo, ma dovrà sempre essere coadiuvato da personale segretariale amministrativo in grado di alleggerirlo di tutta la parte burocratica e di tutti quei rapporti non medici con i pazienti (le ricette, le impegnative, le prenotazioni, le informazioni su orari e funzioni della ASL, ecc.) e da personale infermieristico con funzioni di affiancamento e di aiuto in attività e controlli periodici come pressione arteriosa, prelievi, terapie iniettive, oppure occasionali come la rimozione di punti, medicazioni, interventi domiciliari, vaccinazioni”.
“L’attività principale del medico continuerà ad essere quella di diagnosi, cura e prevenzione nei confronti dei pazienti, a cui si affiancheranno, possibilmente con rapporto orario, dopo aver attentamente valutato il vero carico dell’attività principale, le attività all’interno delle strutture come le Case di Comunità hub con un raccordo MMG-specialisti, medicina dei servizi, medicina necroscopica, igiene e prevenzione e gli Ospedali di Comunità.
Per fare tutto questo sono necessarie risorse sia di tipo umano che economiche, che non possono derivare dal PNRR che, come è risaputo, può essere utilizzato solo per creare le strutture, ma non per farle funzionare! Questa è la nostra grande sfida per il domani: se ci saranno le risorse questa rivoluzione funzionale potrà, in questo modo, dare l’avvio ad un nuovo Sistema Nazionale universalistico e sociale; se questo non avverrà si apriranno le porte all’entrata del privato con tutte le incognite che questa soluzione può portare. Auspichiamo di non essere soli in questa battaglia, per questo saremo impegnanti per costruire la più ampia unità con i sindacati di categoria e con le associazioni dei pazienti per garantire servizio sanitario universalistico che garantisca il diritto alla salute a tutti i cittadini liguri” conclude.
Nella foto, Daniele Gasparotti.
Ufficio Stampa