Comunicato Stampa
Riunione regionale sanità:
SMI e SNAMI reclamano dalla Regione Veneto una seria programmazione sanitaria!
Dichiarazione di Liliana Lora, Segretario Regionale Sindacato Medici Italiani (SMI)
e Salvatore Cauchi, Segretario Regionale SNAMI
Venezia 13 lug. “Abbiamo scritto al Direttore Generale Area Sanità e Sociale del Veneto, Luciano Flor, dicendogli che non intendiamo partecipare a riunioni che non abbiano per obiettivo una seria programmazione sanitaria” così Liliana Lora, Segretario Regionale Sindacato Medici Italiani e di Salvatore Cauchi Segretario Regionale SNAMI del Veneto in una dichiarazione, motivano il loro diniego alla riunione di oggi al tavolo regionale dei segretari regionali della medicina generale.
“La riunione di oggi aveva come oggetto i fondi INAIL per la compilazione e la trasmissione telematica dei certificati medici, finanziamenti che sono ripartiti per legge tra i medici dipendenti e quelli convenzionati, anche se riteniamo necessario definire i fondi spettanti alla medicina generale e nella fattispecie le tariffe per ogni certificato, comprensive delle rivalutazioni annuali e l’indicazione delle date previste per il saldo”.
“Quello che ci preme sottolineare, invece, è la totale disattenzione verso le nostre richieste che sta generando un vulnus nel rapporto con la parte pubblica alla luce di una nuova criticità ed emergenza per la medicina del territorio. La parte pubblica, infatti, non provvede ad organizzarne l’attività e lascia sguarnita di strutture di supporto per la nuova ondata COVID, favorendo aziende, che senza una precisa regia centrale, affrontano la nuova ondata pandemica in maniera difforme o non l’affrontano affatto”.
“Si continua, ancora, a scaricare la mole di lavoro sui medici di medicina generale e sui Pronto Soccorso, tra l’altro già in sottorganico ed appaltati ad enti esterni, l’intero problema. Per tale motivo SMI e SNAMI non intendono partecipare a riunioni che non abbiano per obiettivo una seria programmazione. Rimaniamo, invece, a disposizione per discutere i reali problemi della medicina generale” concludono.
Ufficio Stampa