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Comunicato Stampa
La medicina generale deve diventare specializzazione:
i contenuti della conferenza stampa al Senato di oggi 26 gennaio 2023

Nota dell’Ufficio Stampa SMI

Roma, 26 gen. – Una scuola di specializzazione in medicina generale, standardizzata in tutta Italia, è questa la principale richiesta per rispondere alla crisi della medicina di prossimità di cui hanno discusso esperti, sindacalisti e politici, questa mattina nella Sala Caduti di Nassiriya del Senato, nell’ambito della conferenza ‘Medicina Generale e Università. Quale futuro’, organizzata dalla senatrice Anna Maria Fallucchi (FdI), con la collaborazione di ASSIMEFAC (Associazione Società Scientifica Interdisciplinare di Medicina di Famiglia e di Comunità).
“Ormai è arrivato il tempo di adeguare la formazione di medicina generale in Italia omogeneizzandola a diversi paesi europei” ha dichiarato Fallucchi introducendo la giornata. “In Spagna c’è una specializzazione di 4 anni, in Inghilterra due anni uguali e poi programmi di formazione specialistica. In Italia non c’è uno stesso riconoscimento. L’Italia non può essere l’unico paese in cui la medicina generale è una specializzazione di serie B”.
“Tra il 2024 e il 2025″ ha spiegato Liliana Lora, vice segretario nazionale vicario del Sindacato Medici Italiani (SMI) “A causa dei pensionamenti la situazione sarà critica e saremo in asfissia. Secondo degli studi c’è il rischio di una emorragia di 45.000 medici in 5 anni per effetto dei pensionamenti e riguarderà sia i medici di famiglia che i medici del Servizio Sanitario Nazionale”.
Cristina Patrizi, Segretario Ordine dei medici di Roma, ha poi sottolineato l’importanza di avere sia un riconoscimento accademico del percorso di medicina generale, sia un percorso uniforme su tutto il territorio. Leonida Iannantuoni, medico di medicina generale e presidente di Assimefac, ha spiegato che attualmente una unica formazione per i medici di medicina generale non esiste, ma che siamo in presenza di 20 corsi generali regionali. Questo comporta il fatto che non c’è una preparazione univoca per tutti i medici di famiglia.
“La medicina generale sarà la specialità del futuro. Perché la maggioranza delle altre specialità sarà sostituita dalla tecnologia, mentre il medico generale sarà il direttore d’orchestra” ha spiegato Giuseppe Maso, past-president della Società italiana interdisciplinare per le Cure primarie. “I nuovi medici dovranno avere una preparazione più a lungo termine, perché tra 5 anni saranno necessari medici di famiglia molto diversi. Se i pronto soccorso sono pieni è perché non ci sono abbastanza medici di base. Ma se ci muoviamo ora, tra qualche anno avremo un sistema sanitario preparato. Dobbiamo guardare al modello olandese, dove i medici di medicina generale rispondono per oltre il 90 per cento delle richieste di assistenza”.
Per Alfredo Cuffari, Presidente della Società Nazionale di Aggiornamento per il Medico di Medicina Generale (Snamid), “E’ importante fornire una medicina di territorio che sia in grado di rispondere in maniera uniforme e dare a chi si forma maggiori garanzie. Non si può rendere appetibile un percorso formativo importante se è un percorso formativo non tutelato e non retribuito”.
Al dibattito sono intervenuti anche Giovanni B. D’Errico, presidente Comitato Tecnico Scientifico Assimefac e Domenico Alvaro, presidente della facoltà di Medicina e Odontoiatria dell’Università Sapienza di Roma. “Il Covid – ha detto Alvaro in chiusura – ci ha insegnato che la medicina di territorio è la cosa più importante”.

Ufficio Stampa