Comunicato Stampa
“Il contratto per la medicina generale ha bisogno di più risorse. Senza medici non c’è salute nel Paese!”
Nota della Segreteria Nazionale Sindacato Medici Italiani (SMI)
Milano, 25 febb. – “Oggi la Segreteria Nazionale del Sindacato Medici Italiani si riunisce a Milano per sottolineare tutte le preoccupazioni in merito allo stato del nostro Servizio Sanitario Nazionale, che a partire dalle regioni del nord del paese ha dimostrato tutte le sue carenze in concomitanza con la sfida di contrasto al Covid”.
“La pandemia da Covid avrebbe dovuto generare un grande ripensamento di un modello di sistema sanitario e una sua maggiore statalizzazione, superando le inefficienze delle regioni. Si ritorna, invece, a una proposta, quella dell’autonomia differenziata, che non tiene conto di cosa sia successo in questi due anni di pandemia. Il Covid 19 è stato arginato solo grazie all’azione di coordinamento dello Stato. Siamo contrari, per questo, a qualsiasi ipotesi che punti ad uno stravolgimento dell’azione redistributiva dello Stato legata alla fiscalità generale e alla gestione in toto della sanità da parte delle regioni”.
“In questo contesto l’avvio, in ritardo, della contrattazione per l’Accordo Collettivo Nazionale (ACN) di medicina generale del triennio 2019-2021 ci vede molto preoccupati perché non riconosce le istanze dei medici. Vorremmo ricordare alla parte pubblica, alle istituzioni, ai partiti, che l’anno scorso, con la guerra tra la Federazione Russa e l’Ucraina appena iniziata, agli inizi di marzo, fummo costretti in piena pandemia a proclamare due giorni di sciopero. Le ragioni di quello sciopero erano legate ai carichi di lavoro insostenibili, alla burocrazia aberrante, alla richiesta di tutele concrete quali ferie, maternità, malattia, a tutele certe in materie di sostegno ad handicap e sostituzioni per poter fruire del meritato riposo, a politiche serie sulle pari opportunità. Dopo un anno il quadro non è cambiato. L’atto d’indirizzo dell’ACN non contiene nulla di tutto ciò!”.
“Alla parte pubblica e al Parlamento chiediamo che si realizzi una forte sinergia tra il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e l’ACN di medicina generale perché per la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale occorrono più dei medici e meglio pagati. Il loro lavoro deve essere valorizzato e riconosciuto dal punto di vista economico al pari dei colleghi europei meglio retribuiti in tutta Europa, unitamente alla necessità di predisporre un piano di assunzioni stabili di nuovo personale medico.
Riteniamo, invece, che a riguardo del personale medico e sanitario il PNRR non contiene nessun accenno, rispetto alla necessità di aumentare le dotazioni organiche, né tanto meno d’investire sul personale medico. Si può rivelare, così, una grande operazione di edilizia sanitaria, correndo il rischio d’investire sulle strutture ma non avere medici a sufficienza. Metteremo a punto tutte le iniziative necessarie per un cambio di passo nella contrattazione dell’ACN di medicina generale e per la difesa del carattere universalistico del Servizio Sanitario Nazionale “, conclude la nota.
Ufficio Stampa