Comunicato Stampa
Ufficio Parlamentare di Bilancio e assistenza sanitaria:
“Confermati i rischi di catastrofe per la medicina generale!”
Dichiarazione di Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato Medici Italiani (SMI)
Roma, 15 mar. “Quanto scrive l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) sull’assistenza sanitaria ci preoccupa moltissimo e conferma tutto il nostro allarme sul futuro della medicina generale” così Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato Medici Italiani (SMI).“L’UPB in merito all’Atto di indirizzo per la convenzione con medici di medicina generale 2019-21 ribadisce che lo stesso è coerente con le previsioni del PNRR e adattabile al nuovo Regolamento contenente gli standard dell’assistenza territoriale (DM 77/2022). Secondo SMI, invece, l’atto di indirizzo non valorizza la categoria dei medici di medicina generale che, tra medici di famiglia e guardie mediche, eroga quasi 5 milioni di prestazioni al giorno (affermazione facilmente verificabile dai cruscotti informatici) e il ritardo nella contrattazione nazionale, con un contratto nazionale scaduto da due anni, contribuisce ad aumentare le difficoltà lavorative per i professionisti”.
“La riforma dell’assistenza territoriale, potrebbe assumere un ruolo strategico nella ripartenza del sistema socio-sanitario nazionale su cui incombe però lo spettro della autonomia differenziata e problemi sulla valorizzazione delle competenze. Le Case di Comunità non possono essere l ‘unica risposta alla vera presa in carico dei pazienti, case di comunità che rischiano di essere cattedrali nel deserto esauriti i fondi del PNRR”.
“In questi mesi con la discussione in merito al Piano di Ripresa e Resilienza e del DM 77 siamo partiti dall’assunto, tenendo conto dell’esperienza della pandemia, che ormai l’evoluzione delle cure territoriali, nell’ottica di una migliore e più performante offerta sanitaria alla cittadinanza, omogenea dal Nord al Sud del paese, non può più prescindere da maggiori tutele per i professionisti. La medicina generale non può più fare a meno d’investimenti sulle pari opportunità considerato che, per la prima volta, nel 2019, è stato certificato un sorpasso delle donne medico nella categoria”.
“In sanità e nella medicina, anche con la prevalenza delle donne nelle professioni mediche e sanitarie, occorrono nuove tutele a difesa dei diritti dei medici quali il diritto ai tempi di conciliazione vita/lavoro, la tutela della maternità e dell’handicap, il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro per i medici convenzionati, le pari opportunità. Di tutto questo vorremmo discutere nel rinnovo del nuovo Accordo Collettivo Nazionale di medicina generale del triennio 2019-21, già scaduto, e a tal fine chiediamo al Parlamento e al Governo di favorire il proseguo delle trattative e di tener conto della mozione parlamentare bipartisan approvata nella scorsa legislatura, anche grazie al contributo di SMI, in merito al tema delle maggiori tutele”.
Ufficio Stampa