Comunicato Stampa
Adesione alla mobilitazione nazionale del 15 giugno dei sindacati della dirigenza sanitaria
“Il Servizio Sanitario Nazionale va salvato!”
Dichiarazione di Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato Medici Italiani (SMI)
Roma, 14 giug. “Aderiamo convintamente alla mobilitazione di domani del 15 giugno, promossa dai sindacati della dirigenza sanitaria, dei medici e dei veterinari che si svolge in tante città del Paese. Occorre fare presto per bloccare il declino, sotto gli occhi di tutti, del Servizio Sanitario Nazionale”, così Pina Onotri Segreteria Generale dello SMI.
“Occorrono misure coraggiose, da parte del Governo, per far fronte alla fuga dei professionisti dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). È arrivato il tempo di ridare dignità al lavoro della dirigenza medica pensando alla standardizzazione di un sistema che valorizzi le competenze professionali, che punti al benessere organizzativo, che permetta la progressione di carriera, con l’attribuzione e il rinnovo degli incarichi, che bilanci il sistema di valutazione annuale dei dirigenti medici ai fini dell’attribuzione della premialità di risultato”.
“Dopo quasi 10 anni di politiche di austerity, restrizioni e definanziamenti, il Servizio Sanitario Nazionale è arrivato stremato all’appuntamento inatteso con la pandemia da COVID-19. L’Italia, tradizionalmente accreditata nel mondo per il suo servizio sanitario pubblico, ha pagato invece un prezzo altissimo di vite. I motivi di questo fallimento, sono molteplici. Poche risorse umane e organizzative, in particolare nei settori delle cure primarie e dei servizi di prevenzione, e peraltro mai esercitate ad affrontare una emergenza sanitaria. Un sistema regionalizzato della sanità che non ha contribuito, a sua volta, nell’organizzazione coordinata della risposta alla pandemia, con la Spada di Damocle, sullo sfondo, dell’autonomia differenziata che aumenterà le disuguanze nell’erogazione dei servizi sanitari del Paese”.
“Il SSN, con la fuga dei medici e il burn out di quelli che restano, sta spegnendosi e con esso se ne va il bene più prezioso per tutti i cittadini: il diritto alla salute, gratuito ed universale. Occorre invertire la tendenza con la massima rapidità per cercare di non disperdere competenze accumulate in tutti questi anni. Per fare tutto questo necessitano nuove importanti risorse per assicurare il carattere pubblico e universale della sanità e motivare i professionisti che lavorano nel servizio pubblico anche individuando politiche dedicate per le pari opportunità per le donne medico che sono ormai la maggioranza del personale sanitario e medico”.
Ufficio Stampa